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Scosse elettriche sui genitali e niente cure per costringere alle amputazioni: il Wsj rivela le torture dei russi sui prigionieri ucraini

La ricostruzione del Wall Street Journal sulla gestione dei prigionieri di guerra dopo l'invasione. "Revocato l'obbligo di utilizzare le bodycam per registrare le azioni delle guardie"
Scosse elettriche sui genitali e niente cure per costringere alle amputazioni: il Wsj rivela le torture dei russi sui prigionieri ucraini
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“Siate crudeli, non abbiate pietà di loro“. È il messaggio che – secondo un’esclusiva del Wall Street Journal – il responsabile delle carceri di San Pietroburgo, Igor Potapenko, ha inviato alle unità delle forze speciali del servizio penitenziario incaricate di sorvegliare l’afflusso di prigionieri di guerra ucraini. Il messaggio risale a quasi 3 anni fa: sarebbe stato trasmesso – secondo il quotidiano americano – nel marzo 2022, poche settimane dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. “Nessuna regola, nessuna limitazione alle violenze”, sottolineava Potapenko, spiegando che nelle varie strutture dedicate ai prigionieri ucraini le telecamere interne sarebbero rimaste spente. Da allora si è scatenato l’incubo: scosse elettriche sui genitali, botte con vari strumenti per sperimentare quale materiale fosse il più doloroso e addirittura il rifiuto di offrire cure mediche così da favorire la cancrena e costringere alle amputazioni. Secondo questa ricostruzione, nelle carceri russe è stato anche revocato l’obbligo di utilizzare le bodycam per registrare le azioni delle guardie, un requisito obbligatorio in altri istituti di detenzione. Istruzioni simili – sempre stando all’articolo del giornale Usa – sono state impartite ad altre unità in tutto il Paese e sono state inviate lettere alle amministrazioni carcerarie di tutta la Russia, ordinando di sgomberare piani, ali e persino intere prigioni.

Il Wall Street Journal cita alcuni disertori russi, due ufficiali e un medico, ora inseriti in un programma di protezione testimoni dopo essere riusciti a lasciare la Russia e aver rilasciato testimonianza agli investigatori della Corte penale internazionale dell’Aja. Tutti e tre hanno parlato di un livello di violenza “sbalorditivo” contro i prigionieri di guerra ucraini. Un ex dipendente del sistema penitenziario che ha lavorato con un team di medici nella regione di Voronezh, nella Russia sud-occidentale, ha riferito al Wsj che le guardie carcerarie picchiavano gli ucraini fino a quando i loro manganelli non si rompevano. Sarebbe stato anche usato l’elettroshock sui prigionieri di guerra “così spesso, soprattutto nelle docce, che gli ufficiali si lamentavano perché rimanevano senza batteria”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha replicato che le generalizzazioni contro il sistema carcerario nazionale sono infondate e si deve “guardare ai singoli casi particolari”.

Un ex prigioniero, Pavel Afisov, catturato dai russi a Mariupol nei primi mesi di guerra, ha passato due anni e mezzo in carcere in Russia prima di essere liberato. E’ passato da una struttura all’altra, il Wsj ha contato nove penitenziari dove vengono reclusi i prigionieri ucraini, e ogni volta veniva picchiato più duramente. In quello nella regione di Tver, a nord di Mosca, è stato costretto a cantare nudo l’inno russo. A ogni parola sbagliata botte, bastonate e scosse elettriche.

Le forze speciali dei servizi carcerari russi hanno compiti particolari soprattutto in chiave antisommossa. Davanti ai prigionieri, hanno raccontato i disertori russi, si presentano sempre con il passamontagna e anche grazie alle rotazioni mensili nelle strutture si considerano in possesso di una sorta di impunità de facto che apre le porte a ogni tipo di violenze. I teaser “venivano usati così spesso, soprattutto nelle docce, che gli agenti si lamentavano del fatto che le batterie si scaricavano troppo velocemente”, scrive il Wsj citando un altro resoconto. “Picchiavano i prigionieri fino a spezzare i manganelli”, ha raccontato un testimone. L’Onu ha più volte denunciato torture e violenze ai danni dei prigionieri, sia da parte russa che ucraina, e la Cpi potrebbe ora aver avviato un’indagine specifica dopo le ultime drammatiche denunce.

La foto in alto è di archivio

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