L’Indonesia nei Brics perde la sua tradizionale neutralità e apre a una serie di dilemmi strategici

di Aniello Iannone*
Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti lo scorso 20 gennaio 2025 segna un momento cruciale anche per le relazioni internazionali nel sud-est asiatico, in particolare per l’Indonesia. Il Paese, guidato da Prabowo Subianto, si trova a bilanciare il suo nuovo ruolo all’interno dei Brics con le relazioni bilaterali con Washington, una sfida che rischia di ridefinire la sua tradizionale politica estera libera e attiva (bebas dan aktif) dell’indonesia.
L’adesione dell’Indonesia al blocco delle nazioni in via di sviluppo, come primo Paese dell’Asean (Association of South East Asian nations, l’associazione che raccoglie i paesi del Sud Est asiatico), rappresenta una svolta geopolitica significativa. Jakarta sembra orientarsi verso un sistema sempre più caratterizzato dal ritorno al bipolarismo, abbandonando in parte l’approccio ereditato dall’era di Susilo Bambang Yudhoyono (SBY), seguita poi da Joko Widodo, sintetizzato nella dottrina dei “mille amici, zero nemici”. Con l’integrazione nei Brics, l’Indonesia segnala una scelta strategica di posizionamento che privilegia la cooperazione con le economie emergenti del Sud Globale, riducendo la sua dipendenza dalle potenze tradizionali del Nord Globale come gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
Il ritorno di Trump, con il rinnovato principio dell’America First, preannuncia un contesto economico globale più protezionistico. Seppur, il suo primo mandato nel 2016, i rapporti economici tra Stati Uniti e Indonesia hanno registrato una crescita moderata, la possibilità di nuove tariffe e barriere commerciali rappresenta un rischio concreto per l’accesso dei prodotti indonesiani al mercato statunitense. Settori strategici come l’olio di palma, il carbone e i prodotti tessili potrebbero subire contraccolpi significativi, spingendo Jakarta a diversificare ulteriormente i propri mercati di esportazione.
Con l’adesione ai Brics, l’Indonesia sembra abbandonare gradualmente la sua posizione tradizionale di neutralità, elemento chiave della sua politica estera dalla Guerra Fredda in poi. La nuova amministrazione di Prabowo Subianto mostra una maggiore inclinazione verso un’alleanza strategica, in particolare con la Cina, evidenziando un cambiamento significativo rispetto al passato.
Questa transizione non è esclusiva dell’Indonesia. Anche altri Paesi dell’Asean, come il Vietnam o le Filippine, stanno ricalibrando le proprie politiche di fronte alla crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, nel caso indonesiano, il pragmatismo politico sembra prevalere, dove i Brics sono l’opportunità per cooperare con paesi le cui normative ambientali e sui diritti umani sono meno vincolanti rispetto a quelle imposte dall’Ue o dagli Stati Uniti, permettendo a Jakarta di perseguire i propri obiettivi di sviluppo senza eccessive pressioni esterne.
Tuttavia, ciò pone una serie di dilemmi strategici, soprattutto in relazione all’Asean, alimentando tensioni con altri Stati membri, in particolare su questioni come le dispute nel Mar Cinese Meridionale. Le Filippine e Malaysia, ad esempio, potrebbero vedere con sospetto il nuovo orientamento di Jakarta, temendo un indebolimento della centralità dell’Asean, già abbastanza messa in dubbio negli ultimi anni, e della sua dottrina di sovranità e non interferenza. Allo stesso tempo, l’adesione dell’Indonesia ai Brics potrebbe innescare una dinamica a catena, spingendo altri paesi membri a considerare un’integrazione simile, frammentando la coesione del blocco regionale.
La visione di Prabowo di un’Indonesia come attore globale rilevante non si traduce necessariamente in un ruolo di mediatore nei conflitti regionali o globali, un’idea che rimane poco concreta. Tuttavia, la sua adesione ai Brics rappresenta un segnale chiaro dove Jakarta è pronta a ridefinire il proprio posto nel sistema internazionale, cercando di sfruttare al meglio l’attuale sistema internazionale
L’equilibrio tra le relazioni con Washington, la leadership nell’Asean e l’impegno con i paesi in via di sviluppo definirà il futuro dell’Indonesia nel periodo post Prabowo come potenza emergente.
* Docente di Politica Indonesiana e del Sud-Est Asiatico presso l’Università Diponegoro di Semarang, Indonesia