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Giustizia

Ultimo aggiornamento: 15:45 del 21 Gennaio

Regeni, la madre Paola Deffendi in Aula: “Sul viso di Giulio vidi brutalità e bestialità delle torture. Una suora mi disse: ‘Suo figlio è un martire”

La madre del ricercatore ucciso in egitto ha testimoniato davanti ai giudici della prima Corte d'Assise di Roma, nell'aula Bunker di Rebibbia, nell'ambito del processo in cui sono imputati quattro 007 egiziani
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di A. Sofia
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“Quando portammo la salma di Giulio in Italia e ho dovuto riconoscere il suo corpo, lo vidi per la prima volta. Ho potuto vedere solo il suo viso: ho visto la brutalità, la bestialità, sul corpo di nostro figlio”. Queste le parole della madre di Giulio Regeni, Paola Deffendi, nel corso della sua testimonianza davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma, nell’aula Bunker di Rebibbia, nell’ambito del processo in cui sono imputati quattro 007 egiziani, sotto accusa per avere sequestrato, torturato ed ucciso il ricercatore friulano. Si tratta di Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).

“Davanti al cadavere di Giulio, dissi: ‘Eri andato in Egitto pieno di passione ed ecco cosa ti hanno fatto”, ha raccontato la madre di Regeni.

Prima, mentre si trovava ancora in Egitto al Cairo, ha ricordato come fosse stato l’ambasciatore Maurizio Massari a spiegargli, dopo aver visto il corpo di Giulio con i segni di tortura: “Ci disse che era meglio se non lo vedevamo, che ce lo ricordavamo com’era. Avevo insistito tantissimo, lui ci disse di no. Anche all’ospedale italiano, di fronte a un sacco bianco, chiesi di mostrarmi almeno i piedi, speravo che non fosse lui, che si fossero sbagliati. Mi disse ancora di no. Poi una suora mi disse: ‘Lo sa che suo figlio è un martire?”, ha spiegato ancora Paola Deffendi.

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