Chi è Steve Witkoff, l’uomo di Trump in Medio Oriente (e compagno di golf) che ha mediato la tregua a Gaza

Non ha nessuna esperienza di politica estera, e nemmeno nessuna formazione specifica su diplomazia e negoziati. Corrisponde però al profilo non convenzionale, cioè privo di competenze specifiche, che tanto piace al presidente Donald Trump, con cui gioca a golf dagli anni ’80. Steve Witkoff, il nuovo inviato speciale in Medio Oriente, è tra i fautori della tregua tra Israele e Hamas, e lo stesso gruppo islamista ha lodato i suoi sforzi per la pace: “Se non fosse stato per il presidente Trump, per la sua insistenza nel porre fine alla guerra e per l’invio di un rappresentante decisivo, l’accordo non si sarebbe mai concretizzato”, ha detto un suo alto funzionario dal Qatar, sottolineando che Witkoff è il benvenuto a Gaza. “Può venire a vedere la gente e cercare di capire i loro sentimenti e desideri in modo che la posizione americana possa basarsi sugli interessi di tutte le parti, e non solo di una parte”, ha aggiunto.
Che siano dichiarazioni strumentali a un avvicinamento agli Stati Uniti per – scrive il New York Times – “garantire l’ingresso dei materiali necessari alla ricostruzione di Gaza senza condizioni che potrebbero compromettere la sua capacità di rimanere il gruppo palestinese più dominante nel territorio”, resta da vedere. Certo è che l’inviato speciale per il Medio Oriente, 67 anni, investitore e sviluppatore immobiliare di New York, è compagno di golf di Trump e stava giocando con lui al club di West Palm Beach, in Florida, anche il 15 settembre, quando l’ex presidente è stato oggetto di un secondo tentativo di assassinio. Witkoff ‘è un leader altamente rispettato nel mondo degli affari e della filantropia’, ha dichiarato Trump prima dell’insediamento, ‘Steve sarà una voce implacabile per la pace e ci renderà tutti orgogliosi”.
Secondo Al Jazeera, che ne delinea il profilo, oltre a condividere il campo da golf, ha in comune col presidente una “personalità sfacciata” e tra loro c’è un solido rapporto di fiducia e lealtà. Il suo ruolo è stato “determinante” nel far capire al primo ministro israeliano che il tycoon voleva un accordo effettivo entro il suo giuramento. Addirittura sabato scorso, nelle ore in cui si avvicinava l’intesa, aveva chiesto di parlare con l’ufficio di Netanyahu, ma i suoi collaboratori avevano spiegato che fosse impossibile, perché bisognava rispettare lo Shabbat. A quel punto Witkoff, che è ebreo, è intervenuto con toni che hanno convinto il premier a obbedirgli. Nel 2024 ha elogiato il discorso del premier israeliano al Congresso, ma allo stesso tempo, secondo Zaha Hassan, analista politica e membro del Carnegie Endowment for International Peace, non è chiaro se sia in toto filo-israeliano. È possibile che i rapporti commerciali che intrattiene con gli Stati del Golfo possano facilitare il dialogo nella regione. Ma se l’accordo della tregua è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra amministrazione uscente ed entrante, resta da capire quanto e come durerà davvero il cessate il fuoco a Gaza.