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Cittadinanza, Jobs Act e gli altri: 5 referendum ammissibili per la Corte Costituzionale

Via libera anche ad altri tre quesiti sul lavoro, proposti dalla Cgil, compreso quello sulla responsabilità solidale del committente negli appalti
Cittadinanza, Jobs Act e gli altri: 5 referendum ammissibili per la Corte Costituzionale
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Sono cinque i quesiti referendari di cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’ammissibilità. Mentre il più dibattuto che puntava ad abrogare la riforma dell’Autonomia differenziata non è stato accettato, hanno avuto il via libera quello per ridurre da 10 a 5 anni i tempi per gli extracomunitari per ottenere la cittadinanza mentre gli altri quattro interessando materie relative al lavoro e riguardano Jobs act, contratti a termine e infortuni.

Entrando nel dettaglio, il referendum sulla cittadinanza punta al dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. Tra i promotori +Europa.

La Corte ha dato via libera anche ai quattro quesiti sul lavoro, proposti dalla Cgil. Nel primo si chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs act. In particolare, si vuole cancellare le norme sui licenziamenti che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.

Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. L’obiettivo è innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti eliminando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato.

Mentre il terzo punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine. Infine, l’ultimo quesito riguarda l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro. In particolare, con il referendum si vogliono tagliare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.

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