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Ghassan Alian, c’è un generale in Italia accusato di crimini contro l’umanità: ma non l’arresteremo

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C’è un generale israeliano accusato di crimini contro l’umanità in Italia, ma il nostro paese non lo arresta. D’altronde a chiederne il fermo non sono gli Stati Uniti, come nel caso dell’iraniano Abedini, ma una fondazione, la Hind Rajab che ha fatto della “caccia” ai criminali di guerra dell’IDF la propria missione. L’obbiettivo questa volta è il generale Ghassan Alian, in queste ore nel nostro paese – anche se non c’è nessuna conferma ufficiale, se non da fonti vicine al militare. La fondazione ha chiesto al tribunale penale internazionale – e all’Italia – che l’ufficiale venga arrestato.

L’accusa? “Aver supervisionato il totale assedio di Gaza, tagliando i rifornimenti essenziali come cibo, elettricità e rifornimenti medici”. Questa deliberata politica di deprivazione – continua la motivazione della fondazione – “ha affamato la popolazione, provocando la morte di civili e la distruzione di infrastrutture critiche come ospedali”. Un criminale di guerra, secondo la Hind Rajab.

Ma al momento Alian può rimanere libero di bere il caffè, magari seduto davanti al Colosseo. Su di lui, spiega il ministro della giustizia, non è stato spiccato nessun mandato d’arresto. Non come per Netanyahu o Gallan, sul cui capo pende un mandato d’arresto internazionale chiesto dall’Aja. Nonostante tutto, l’Italia non è ricettiva.

Come raccontato da Report domenica scorsa, il nostro paese conta nel suo esecutivo numerosissimi politici che fanno parte di lobby pro-Israele. Quindi sarà difficile, se non impossibile, applicare qualsiasi norma del diritto internazionale sul nostro suolo, specialmente se il soggetto coinvolto è un militare dei tuoi eroi del cuore. Viva la giustizia, sì, ma solo quando ci fa comodo.

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