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“Vivo e lavoro ai confini del mondo. Non è una fuga dall’Italia, ma ora sono in equilibrio e senza stress”

Da oltre due anni Giulia Di Marino vive sulle isole Svalbard. Lavora in albergo e su Youtube, mostra "al mondo la bellezza di questi luoghi"
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Durante l’inverno esplora il deserto artico in motoslitta, dorme in baite isolate ed esplora la natura selvaggia in completa solitudine. Ha 27 anni, è nata a Trieste e viaggia da quando ne aveva 16. Da oltre due anni Giulia Di Marino vive alle isole Svalbard, ai confini del Nord del mondo. “Il mio desiderio di spostarmi non è stato tanto una fuga quanto la ricerca di una vita dignitosa e di esperienze che mi arricchissero sia dal punto di vista professionale che personale”, racconta.

Giulia accetta l’etichetta di cervello in fuga, anche se questa definizione non l’appassiona: “Ho studiato e mi sono formata in Italia, dove ho anche frequentato l’università, ma a un certo punto ho deciso di cercare nuove opportunità all’estero”, spiega nella sua intervista al fatto.it. Alle Svalbard è stata accolta “molto bene”. La comunità “è abituata ad avere persone di diverse nazionalità quindi mi sono sentita accettata fin da subito”. Vivere su un’isola remota, a 30 ore di viaggio dall’Italia, rappresenta un grande compromesso: significa perdersi molti eventi in famiglia e momenti importanti con gli amici. “È una distanza che ti obbliga a costruirti una vita parallela, con nuovi affetti e abitudini”. Ma Giulia è contenta di quello che sta facendo: un sacrificio, certo. “È una scelta che richiede molta determinazione e voglia di mettersi in gioco: capisco che non tutti sarebbero disposti a farlo”.

Il costo della vita sull’isola di 3mila abitanti nel Mar Glaciale Artico è alto, soprattutto per quanto riguarda il cibo e i beni di consumo, che “al supermercato possono costare fino a tre volte rispetto all’Italia”. Gli stipendi sono “leggermente più alti” rispetto a quelli italiani, ma “non in proporzione diretta ai costi”. Detto questo, si vive bene, continua Giulia: gli affitti, pur essendo costosi, garantiscono case di ottima qualità, e i servizi sono estremamente efficienti.

Le giornate di Giulia alle Svalbard si svolgono con un ritmo che varia a seconda della stagione e degli impegni lavorativi, tra il lavoro in albergo dedicato all’accoglienza degli ospiti, la palestra, gli amici o il piacere di leggere un libro e guardare un buon film. “C’è molto rispetto per i dipendenti e un’attenzione alla meritocrazia. Ma questo non vale solo per le Svalbard: ad esempio – continua – ho lavorato in Austria e anche lì ho riscontrato un’organizzazione molto efficiente”. Durante l’inverno la routine si arricchisce di avventure uniche. “Passo spesso il mio tempo libero esplorando il deserto artico con la motoslitta, un’esperienza incredibile che mi permette di immergermi completamente nella natura selvaggia”, racconta Giulia. “Dormire in baite isolate – poi –, lontano da tutto, è un momento speciale che mi fa apprezzare la bellezza e la semplicità della vita”.

Negli ultimi anni è maturata inoltre la grande passione per la creazione di contenuti video. Una passione che è cresciuta insieme alla voglia di raccontare storie e condividere esperienze. Dopo circa un anno e mezzo dal suo trasferimento alle Svalbard, Giulia ha deciso così di aprire un canale, seguitissimo, “per mostrare al mondo la bellezza di questi luoghi così estremi e affascinanti”. Detto questo, “non intendo in alcun modo convincere le persone a trasferirsi qui – sorride – perché vivere alle Svalbard non è una scelta per tutti”. Le condizioni sono davvero particolari: quattro mesi di buio totale e quattro mesi di sole continuo “non sono facili da gestire, specialmente per chi non è abituato”. Bisogna essere “estremamente motivati” e “consapevoli di quello che si sta scegliendo”. “È un luogo che richiede molta forza interiore e voglia di adattarsi”.

L’obiettivo, insomma, non è spingere nessuno a fare lo stesso percorso, ma semplicemente condividere la bellezza di questi luoghi per ciò che sono, tra maestosi ghiacciai, profondi fiordi e vaste tundre. Un luogo “selvaggio e incontaminato”, dove Giulia ha riscoperto il valore delle piccole cose. “Nel tempo ho capito che nessuno ti regalerà nulla, e che è inutile aspettare che qualcun altro ti apra le porte. Le opportunità non arrivano da sole, bisogna cercarle e crearsele. Si comincia da poco, passo dopo passo, ma è fondamentale iniziare”, ricorda guardando al suo percorso. Per la ventisettenne triestina essere più aperti al mondo e non avere paura di mettersi in gioco è uno dei modi migliori per crescere e andare nella direzione giusta.

Tra dieci anni, se potesse esprimere un desiderio, Giulia vorrebbe essere felice e soddisfatta del lavoro, ma anche aver raggiunto una serenità tale da poter godere della vita in modo più rilassato e tranquillo, come accade ora: “Non intendo dire che non voglio fare nulla, ma desidero affrontare la vita con una filosofia più calma, prendendomi il tempo per apprezzare davvero ogni momento”. Anzi, le piacerebbe in futuro portare questo stile di vita in Italia, magari in Alto Adige, il posto dove immagina di stabilirsi. “Ma solo se potessi farlo con queste condizioni, vivendo in equilibrio e senza stress. Al momento – sorride – non sono ancora mentalmente pronta per sistemarmi a lungo termine”. “Non mi sono mai pentita di essere partita, perché – conclude Giulia – senza le esperienze all’estero nulla di tutto ciò che ho fatto sarebbe successo”.

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