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Coro della Cappella Sistina, tre condanne per la gestione finanziaria: pene fino a 4 anni e 8 mesi

Peculato, riciclaggio e truffa i principali capi di accusa a carico dei due allora vertici del Coro responsabile del servizio musicale nelle celebrazioni liturgiche in Vaticano
Coro della Cappella Sistina, tre condanne per la gestione finanziaria: pene fino a 4 anni e 8 mesi
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A 18 mesi dall’avvio del dibattimento, è arrivata la condanna di tutti e tre gli imputati nel processo per la gestione finanziaria del Coro della Cappella musicale pontificia. L’indagine finanziaria sul coro era stata aperta nel 2018 da Papa Francesco ed era stata rivelata da ilfattoquotidiano.it il 3 luglio di quell’anno. Notizia confermata dalla Sala Stampa della Santa Sede il 12 settembre successivo: “In merito a quanto sta uscendo sulla stampa relativamente ad alcune vicende del coro della Cappella Sistina, si conferma che: il Santo Padre Francesco, alcuni mesi fa, ha autorizzato un’indagine sugli aspetti economico-amministrativi del medesimo coro. L’indagine è ancora in corso”.

Il Tribunale vaticano, presieduto da Giuseppe Pignatone, ha concluso il procedimento penale, avviato il 24 maggio 2023, con una sentenza di primo grado che condanna l’ex direttore monsignor Massimo Palombella a 3 anni e 2 mesi, 9mila euro di multa e interdizione dai pubblici uffici per un tempo pari alla durata della pena detentiva; l’ex direttore finanziario Michelangelo Nardella a 4 anni e 8 mesi; 7mila euro di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici; alla moglie di Nardella, Simona Rossi, 2 anni, 5mila euro di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici come riferisce Vatican News.

Peculato, riciclaggio e truffa i principali capi di accusa a carico dei due allora vertici del Coro responsabile del servizio musicale nelle celebrazioni liturgiche in Vaticano, divenuto nel tempo ente autonomo che si esibisce anche in concerti in giro per l’Italia e il mondo. Il sacerdote salesiano e il responsabile dell’amministrazione sono stati condannati, infatti, anche per abuso d’ufficio continuato per condotte relative all’organizzazione dei concerti in favore di importanti aziende italiane.

Nell’ambito del procedimento è stato, inoltre, ordinato, a carico di Nardella, la confisca, anche per equivalente, di 123.646,21 euro; ancora a Nardella e monsignor Palombella, in solido tra loro, la confisca di 127 mila euro, oltre a interessi e rivalutazione, quale profitto del delitto di abuso d’ufficio; e a carico di Nardella e la consorte, in solido tra loro, la confisca di 29.699,02 euro. I tre imputati sono stati poi condannati al risarcimento delle spese processuali; assolti, invece, da alcuni reati per insufficienza di prove o perché il fatto non sussiste.

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