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“Troppa violenza, ora basta”: gli arbitri scioperano nel Lazio, cancellate tutte le partite del weekend

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L’ultima aggressione ha avuto come vittima Edoardo Cavalieri, fischietto 30enne di Civitavecchia: è stato picchiato durante Corchiano-Celere, match di Terza categoria. Ha rimediato un’infrazione del capitello radiale al gomito sinistro: un grave infortunio per lui che nella vita fa il fisioterapista. Di fronte all’ennesimo caso di violenza, gli arbitri del Lazio hanno deciso di fermarsi: sciopero per tutto il prossimo weekend. Significa che tutte le partite del calcio regionale laziale, dall’Eccellenza fino all’Under 14, saranno cancellate e rinviate a causa dell’assenza dei direttori di gara.

Gli arbitri “convengono di astenersi dal designare arbitri e assistenti arbitrali per le gare di qualunque categoria in programma nel prossimo fine settimana (6, 7 e 8 dicembre 2024)”. Una decisione definita “insindacabile”, “necessaria“, “forte e non rinviabile“. Questo si legge nel comunicato firmato da tutti i presidenti delle varie associazioni arbitrali di categoria, compreso Daniele Doveri (nella foto, ndr), alla guida di Roma1. Il presidente del Cra Lazio della Lega Nazionale Dilettanti, Roberto Avantaggiato, aveva proposto in alternativa allo sciopero un ritardo di 15 minuti per tutti i match. Offerta rispedita al mittente, perché di fronte alla gravità della situazione servono provvedimenti duri. Anzi, gli arbitri stanno valutando ulteriori proteste, che potrebbero estendersi anche ad altre Regioni se i fatti violenti dovessero proseguire. Solo fino a maggio scorso sono stati registrati 519 casi di violenza sui fischietti in tutta Italia.

Le novità normative, con sanzioni più dure previste dal Codice di Giustizia Sportiva per chi aggredisce gli arbitri, non hanno sortito effetto. E nei giorni scorsi Carlo Pacifici, presidente dell’Aia fino alle prossime elezioni di metà dicembre, aveva avvertito: “La lotta alla violenza è un problema di tutti e tutti dobbiamo impegnarci ognuno con le proprie possibilità per contribuire a combatterla. Salvaguardare i nostri ragazzi e le nostre ragazze vuol dire difendere noi stessi e la nostra Associazione”.

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