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Francia, ultimatum di Le Pen al premier Barnier sulla manovra: “Accolga le richieste o sarà sfiducia”

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Sempre aria di tempesta nella politica francese. La leader del Rassemblement National Marine Le Pen ha posto il suo ultimatum al premier Michel Barnier. “Siamo a giovedì ci sono ancora delle difficoltà, lui ha tempo fino a lunedì“, ha detto la leader dell’estrema destra al quotidiano Le Monde. Le Pen reputa insufficiente la concessione del premier di rinunciare all’aumento delle tariffe elettriche con la prossima legge di bilancio. Chiede anche di mantenere gli sgravi degli oneri per le pmi, indicizzare le pensioni all’inflazione e bloccare la riduzione dei rimborsi sui farmaci.

La sinistra di France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon chiede invece di cancellare l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni varato dalla riforma del 2023 con un testo sostenuto da sinistra e Rassemblement National.

Il governo può forzare il passaggio della manovra in Parlamento ricorrendo all’articolo 49 della Costituzione. Tuttavia, in tal caso, l’Esecutivo può essere sottoposto a voto di sfiducia. Il governo di Barnier ha una sorta di minoranza relativa e regge solo finché le opposizioni di sinistra e di estrema destra non votano congiuntamente la sfiducia. Ciò fornisce leve negoziali alle opposizioni mentre il governo deve varare una legge di bilancio particolarmente complessa per tentare di arginare l’aumento del deficit pubblico, riportandolo al 5% del Pil (comunque oltre i parametri europei, ndr)

Mercoledì le turbolenze politiche hannoavuto ricadute significative anche sui mercati. Il differenziale di rendimento tra titoli francesi e tedeschi (spread) ha raggiunto il massimo dal 2012 e gli interessi pagati sui bond emessi di Parigi hanno temporaneamente superato anche quelli pagati dalla Grecia, per la prima volta. Dinamiche che possono paradossalmente favorire Barnier che si appella al senso di responsabilità delle parti politiche per evitare al paese problemi anche di natura finanziaria.

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