L’Italia è proprio un Paese strano. Inventano le leggi e tutti cercano il modo di superarle o di deviarle. La nostra inventiva è anche meglio della nostra immaginazione. Ma quando si tratta di bene comune, e ancor più di salute, non si dovrebbe mai mettere in atto “artifizi”, e non è detto che siano pochi, per arrivare prima. In salute, semmai, dovremmo gareggiare tutti alla pari.

Partendo dalle liste di attesa per visite, esami o interventi. La mia proposta ormai, almeno quelli che mi leggono, la conoscono a memoria. Potremmo riassumerla in un nuovo spunto che potrebbe essere diffuso tramite social, che vorrei fondare nel prossimo anno, dal nome “Quattro righe di sanità”. Delle brevi pillole per una sanità saggia, senza pregiudizi, senza scavallamenti. Solo per tutti. E partirei proprio dalle liste di attesa: “tutte le strutture pubbliche e private accreditate devono sospendere ogni attività privata fino a quando le liste di attesa per visite, esami e interventi non corrispondano a quelle limite decise per ogni patologie dalle corrispondenti società specialistiche”.

Perché l’Italia è proprio un Paese strano, come vi dicevo. Così, parlando, vengo a sapere di una convenzione che molti non conoscono – a cominciare da me – particolare e vantaggiosa. Non per tutti ovviamente, ma solo una categoria di cittadini. E, fra questi, solo chi ha avuto l’accortezza di scovare fra i meandri delle leggi e dei bandi “pubblici”. Nello specifico si parla di “screening fruibili partecipando al bando di concorso 2024 per la prevenzione e la diagnosi precoce di patologie oncologiche e cardiovascolari”.

Leggendo il bando nulla assolutamente di irregolare, anzi, tutto perfetto. A cominciare proprio dalle attese. Infatti alla pagina 12 del bando al terzo capoverso dell’articolo 10 si legge: “La struttura esecutrice, per poter prendere in carico il voucher, dovrà obbligatoriamente inserire la data di appuntamento per l’effettuazione dello screening, che non potrà essere superiore a 30 gg dalla presa in carico del voucher stesso.”

Quindi le liste di attesa si superano facilmente e nessuno parla? Basta pagare un tot alle strutture che eseguono lo screening. Ma i soldi erogati dall’Inps, o chi per esso, sempre soldi pubblici sono. Certo occorre avere delle caratteristiche limitate per poter essere “ammessi al concorso” quali età (nati tra il 1° gennaio 1957 e il 31 dicembre 1984) e poco conta, come recita l’articolo 4 alla pagina 6, se “prescinde da qualsiasi riferimento alla condizione economica del nucleo familiare”. Ma mi facesse il piacere, direbbe Totò!

Certo non è per tutti, perché nello stesso bando è previsto un numero di 60.000 voucher con un tetto massimo di spesa. Sempre nostra. Ma fregando qualcun altro che magari è anche sintomatico e aspetta anni. Un altro metodo caduto dall’alto per aumentare in realtà le liste di attesa.

Sono andato a leggere la struttura che viene indicata “vincitrice” a Milano. Mi sarei aspettato che fosse indicato un ospedale pubblico. Invece no, evidentemente non avevano le caratteristiche o non si capisce bene perché: chi fa da padrone è l’Auxologico (nominato o eletto?) che nella sua presentazione dice: “è una Fondazione no profit che si dedica alla ricerca scientifica per garantire le migliori cure, sia all’interno dei propri ospedali e poliambulatori, sia a beneficio di tutto il Servizio Sanitario Nazionale”. E io, fino a prova contraria, credo che sia tutto regolare. Una struttura efficiente, privata accreditata, che a volte lascia in “sospeso” risultati evidentemente importanti come è successo nel 2022.

Una struttura che è indicata fra le tante sparse su tutto il territorio nazionale che cittadini più fortunati di altri possono utilizzare. Un modo, solo per pochi, per avere servizi gratuiti senza liste di attesa. Quanti in quella lista sono ospedali pubblici? Chi vuole scoprirlo? Soldi pubblici al pubblico o al privato come a Milano? Sì, l’Italia è proprio un Paese strano.

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