Il governo incassa la promozione di Bruxelles sul suo Piano strutturale di bilancio a medio termine (Psb), il documento con cui un paese pianifica la gestione dei conti pubblici dei prossimi cinque anni al fine di soddisfare i parametri indicati dalle regole europee. La Commissione ritiene che il piano italiano “soddisfi i requisiti” del nuovo Patto di stabilità.

Inoltre “definisce un percorso fiscale credibile” per garantire che il debito pubblico sia posto su un percorso discendente credibile. Le misure nel piano poi, per l’esecutivo comunitario “soddisfano i requisiti per giustificare un’estensione” a sette anni. Per Bruxelles, poi, il Documento programmatico di bilancio (Dpb) dell’Italia è “in linea con le raccomandazioni” grazie a una spesa netta proiettata entro i limiti previsti.

Viceversa sono stati “rimandati” i piani di Germania, Estonia, Finlandia e Irlanda per la spesa, e di Lussemburgo, Malta e Portogallo per la mancata riduzione dei sussidi energetici. Bocciatura, invece, per il documento presentato dall’Olanda che, unico tra i 21 esaminati, non soddisfa i requisiti del Patto di stabilità.

“Un giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà. Procederemo, come fatto finora, silenziosamente e sobriamente”, commenta il ministro Giancarlo Giorgetti sulle valutazioni espresse dalla commissione Ue su Dpb e Psb.

Il numeri del piano italiano vedono un deficit ridursi nel 2025 al 3,3% (dal 3,8% del 2024) e poi al 2,8% nel 2026. I debito inizierà a calare, in rapporto al Pil, a partire dal 2027. La crescita economica 2025 è prevista all’1,2%, al di sopra della stima della Commissione Ue (1%) ma “Nel complesso, lo scenario macroeconomico su cui si basano le proiezioni di bilancio nel Documento programmatico di bilancio sembra essere in linea con le previsioni della Commissione per il 2025 e il 2024″, dice la Commissione. “I rischi per il raggiungimento degli obiettivi fiscali per il 2025 indicati nel Documento programmatico di bilancio dell’Italia sono inclinati verso il basso e riguardano principalmente alcune delle misure annunciate sul fronte della spesa”, aggiunge Bruxelles.

In serata l’Italia ha incassato anche il via libera preliminare alla sesta rata del Pnrr da 8,7 miliardi di euro, di cui 1,8 miliardi in sovvenzioni e 6,9 miliardi in prestiti. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “grande soddisfazione per il lavoro svolto” aggiungendo che “l’Italia si conferma al primo posto in Europa”

“La nostra nuova governance economica funziona. La Commissione ha valutato la prima serie di piani a medio termine di 22 Stati membri. Questi contribuiranno alla sostenibilità fiscale e promuoveranno una crescita sostenibile e inclusiva. Mentre l’economia dell’Ue si riprende, dobbiamo garantire che rimanga competitiva per il futuro e in grado di resistere alle sfide globali”, afferma Valdis Dombrovskis, vicepresidente della commissione Ue. Secondo il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni, “I progetti di bilancio per il 2025 mostrano che, in base alle nuove regole, il consolidamento non avviene a scapito degli investimenti. Allo stesso tempo, dobbiamo rimanere agili e pronti a rispondere a shock inattesi”.

Gentiloni aggiunge che “Sì, ci sono alcune regole rigide, ma onestamente non sono io quello che le ha volute, quindi se ci sono regole rigide, e non sto puntando il dito contro nessuno, qualcuno lo ha chiesto. Ora le abbiamo e penso che la Commissione e la prossima Commissione in particolare siano chiamate a implementarle”. Nell’esprimere questa considerazione il commissario era stato interpellato sul fatto che con il nuovo Patto di stabilità escano peggio i cosiddetti “falchi” (propugnatori di regole molto severe sulla gestione dei conti pubblici, ndr) come Germania, Olanda o Finlandia.

Gentiloni afferma pure che, a suo parere, “La difesa potrebbe essere uno dei campi in cui questo tipo di sforzo comune potrebbe essere possibile. Sappiamo tutti quali sono i motivi: le evoluzioni internazionali e le esigenze maggiori in termini di rafforzamento della nostra difesa comune. Se mi chiedete quando, direi nel 2025, o comunque presto. Ma non tocca a me, così è facile“. L’Ue ha “già fatto ricorso al debito comune anche oltre il Next Generation Eu: prima, con il meccanismo Sure e, dopo, con i finanziamenti per l’Ucraina”, ha ricordato.

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