Il mondo FQ

Processo Pelicot, i figli di Gisele contro il padre: “Sei il demonio”. L’ombra di abusi anche sulla figlia

Commenti

Il processo per gli stupri di Mazan – ai danni di Gisèle Pelicot, una donna che per 10 anni è stata drogata dal marito e violentata in stato di incoscienza da decine di sconosciuti mentre il coniuge filmava – è “il processo della vigliaccheria“. La vittima, che ha chiesto un processo a porte aperte sostenendo che sono i 51 stupratori compreso il marito a doversi vergognare, ha preso la parola oggi per affermare che è ora che la società “cambi il suo sguardo” sullo stupro. “Per me – ha detto la donna – questo processo sarà il processo della vigliaccheria. È davvero ora che la società maschilista, patriarcale che banalizza la violenza, cambi”.

Il marito della donna, come riporta Repubblica, ha di nuovo smentito un presunto incesto nei confronti della figlia Caroline Daria che non porta il cognome del padre. La donna al ladre ha risposto: “Morirai nella menzogna! Solo e nella menzogna Dominique Pelicot!”. Contro l’uomo anche gli altri figli David e Florian che al principale imputato hanno detto: “Sei il Demonio” cercando di scagliarsi contro. Al momento gli investigatori non hanno raccolto elementi a sostegno dell’ipotesi dell’incesto o di potenziali abusi sui nipoti. Pelicot – che ha confessato gli stupri della moglie ridotta in stato di incoscienza – è però tuttora indagato dall’unità per i casi irrisolti di Nanterre. Al centro delle indagini c’è un omicidio e uno stupro avvenuto a Parigi nel 1991, che lui nega, e un tentato stupro a Seine-et-Marne nel 1999, che lui ammette dopo essere stato incastrato dal suo Dna.

L’uomo ha quindi “solo” confessato di aver drogato e fatto stuprare la moglie per quasi dieci anni, dal 2011 al 2020 e di aver contattato su internet almeno 50 uomini – di età compresa tra i 26 e i 74 anni – perché abusassero di lei che veniva drogata e usata “come una bambola di pezza“. Circa 200 gli stupri, alcuni dei quali ripresi dall’uomo perché filmarli, dice, “era parte del piacere”.

Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano

L'amato strillone del Fatto

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione