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Sondaggi Usa, “Harris ha 4 punti di vantaggio su Trump”. New York Times: “Tycoon forse sottostimato”

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La sfida si gioca fino all’ultimo voto negli swing states, e i sondaggi danno un testa a testa tra Kamala Harris e Donald Trump. A sorpresa, però, arriva la rilevazione di Pbs News, Npr e Marist, secondo il quale la vicepresidente ha il 51% dei consensi contro il 47% di Trump. Quattro punti che segnano un vantaggio maggiore del margine di errore di 3,5 punti percentuali. Un sorpasso che però non viene condiviso dal capo analista politico del New York Times che, al contrario, avverte che i sondaggi potrebbero sottostimare di nuovo Donald Trump. Nate Cohn, pur sottolineando su X di “non avere idea se i nostri sondaggi (o qualsiasi sondaggio) siano giusti”, ha spiegato che i risultati potrebbero sballare perché tra i bianchi i democratici superano di gran lunga i repubblicani quando si tratta di rispondere ai sondaggisti. “In queste proiezioni finali, i democratici bianchi avevano il 16% di probabilità in più di rispondere rispetto ai repubblicani bianchi – ha aggiunto -. Ciò solleva la possibilità che i sondaggi possano sottostimare ancora una volta Trump”.

Intanto, guardando all’avanzamento dei due candidati negli Stati chiave chiamati a decidere l’esito delle presidenziali, Kamala Harris e Donald Trump rimangono testa a testa. Emerge da un nuovo sondaggio effettuato alla vigilia del voto dall’Emerson College Polling e The Hill, dal quale risulta che Trump è in vantaggio in Arizona, Georgia, North Carolina e Pennsylvania, mentre Harris è in vantaggio nel Michigan. I due candidati sono in parità in Nevada e Wisconsin. In North Carolina, Trump è in vantaggio su Harris con il 49% contro il 48%. Trump è in vantaggio anche in Pennsylvania, col 49% contro il 48% di Harris. In Arizona, Trump supera Harris col 50% contro il 48%. In Georgia, Trump è in vantaggio con circa il 50% contro il 49% di Harris. In Michigan, Harris è in vantaggio col 50% contro il 48%. I due sono in parità in Nevada con il 48% a testa e nel Wisconsin con il 49% a testa. Il vantaggio di nessuno dei due candidati in nessuno degli Stati è al di fuori del margine di errore. Le rilevazioni sono state condotte tra il 30 ottobre e il 2 novembre, su campioni in media di mille intervistati per ciascuno Stato, con margini di errore che variano tra i 3,2 punti e i 3,4 punti.

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