“I ferrovieri sanno. Deve cambiare l’approccio alla sicurezza”. Così esordiscono Cub Trasporti e Sgb, le due sigle sindacali che organizzano la sciopero nazionale dei trasporti ferroviari indetto per il 12 e il 13 ottobre. Lo stop partirà alle 21 del sabato e terminerà alla stessa ora del giorno seguente e non saranno garantite fasce orarie di regolare percorrenza.

I dipendenti di Trenitalia e delle altre imprese ferroviarie, sottolineano le sigle, chiedono maggiori garanzie in termini di sicurezza sul lavoro e in termini contrattuali. Dopo la morte di Attilio Franzani, il 47enne morto all’alba del 4 ottobre durante il turno di lavoro nella stazione di San Giorgio di Pino (Bologna), i dipendenti delle aziende che gestiscono il trasporto ferroviario rivendicano i loro diritti: “Sono i tagli, le mancate assunzioni, gli accordi di peggioramento della vita e delle condizioni di lavoro e nessun cambiamento di direzione rispetto al fondo di appaltizzazione ad essere la vera matrice dell’infortunio”, dichiarano i sindacati.

Un punto su cui le sigle insistono è anche lo scarico di responsabilità di Rfi: “Per il chiodo che avrebbe crocifisso Roma Termini il 2 ottobre è colpa dell’operaio della ditta, come se il sistema messo a punto possa dipendere da una canalina di collegamenti. Dopo Brandizzo il capotecnico di collegamento tra ditta e Regolatore della Circolazione è stato licenziato. L’azienda scarica così la propria responsabilità, senza far emergere il contorno entro cui si crea il delitto, che se approfondito porta direttamente alla logica di pressione nell’appalto”. E concludono: “Scioperiamo perché a noi questo chiodo fisso non ce lo levate”.

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