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False vaccinazioni per il Green pass, 77 verso il processo. Così un medico scoprì l’infermiere corrotto

False vaccinazioni per il Green pass, 77 verso il processo. Così un medico scoprì l’infermiere corrotto
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Era il 2022 quando scattarono le misure cautelari – con l’arresto di un infermiere. L’uomo che operava nel centro vaccinale dell’impianto sportivo “Paolinelli” fingeva di somministrare il vaccino, ma in realtà gettava via il liquido e applicava il cerotto, sviando così l’attenzione del medico responsabile. Per ottenere i falsi certificati ad Ancona arrivavano persone da tutta Italia.

Sono 77 indagati sono stati rinviati a giudizio dopo la richiesta della procura di Ancona che aveva smantellato l’organizzazione del giro di false vaccinazioni per ottenere il green pass. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 21 novembre. Per le notifiche dell’udienza preliminare e della relativa richiesta di rinvio a giudizio a carico dei numerosi indagati, oltre alla Squadra mobile di Ancona, sono stati interessati anche gli omologhi uffici investigativi delle province di Macerata, Bologna, Roma, Pesaro-Urbino, Fermo, Pescara, Taranto, Perugia, Arezzo. In una intercettazione l’infermiere indagato diceva “Se va avanti così compro la casa già a fine anno”.

A far scoprire l’imbroglio nel dicembre 2021 un medico che si accorge di gruppi di gente indirizzati alla postazione vaccinale gestita dall’infermier: “Sono tutte persone che seguo al Csm (Centro di Salute Mentale, pazienti con disturbi mentali” aveva detto. Il camice bianco finge di voler entrare a far parte della truffa: “Voglio mangiare pure io”.

Il medico si improvvisa detective e decide di raccogliere prove a sufficienza documentando, con registrazioni audio, le finte punture di vaccino che non sarebbe stato somministrato ma buttato nel cestino della spazzatura. Poi va in Questura a denunciare l’accaduto, “consegna il primo incasso” e fa iniziare l’indagine portata avanti dalla Mobile. Gli episodi false vaccinazioni erano poi state filmate dagli investigatori che avevano piazzato una microcamera in uno dei camerini in cui operava l’infermiere e dimostrato l’esistenza anche di un tariffario personalizzato: da 50 a 500 euro intascava, secondo la procura, per ogni finta inoculazione. L’udienza preliminare è stata stata fissata per il 21 novembre prossimo.

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