“Nella vita, possiamo sognare in grande, è giusto farlo. Io sono un self made man, sono partito da zero, vendevo assicurazioni. Tutto è possibile”. Nel vocabolario multietnico di Kosta Runjaic la parola impossibile non esiste. Per uno che si ispira a John Fitzgerald Kennedy, andare sulla Luna equivale a portare l’Udinese in testa alla Serie A. In Friuli si respira improvvisamente un’aria diversa: dall’agonia del baratro chiamato retrocessione all’euforia del primo posto, tutto in quattro mesi. E Runjaic è il primo allenatore tedesco a essere capolista in solitario nella storia della Serie A. Nel 2011 c’erano Di Natale e Guidolin, oggi ci sono Thauvin e Runjaic. 13 anni dopo, cambiano gli interpreti e i metodi. Le gare di foot volley, gli aforismi e la maniacalità negli allenamenti: così Runjaic si è preso l’Udinese e la vetta del campionato.
Runjaic, il “self made man”: la sua carriera
Vendeva le assicurazioni, ma l’obiettivo in testa era uno solo: diventare allenatore. Nato a Vienna, di origini croate ma di nazionalità tedesca. Nel 2010, Runjaic parte dalla terza serie in Germania con il Darmstadt. Sarà il Kaiserslautern la squadra del suo biglietto da visita per l’Europa dei grandi grazie alla semifinale di Coppa di Germania raggiunta nel 2014. Negli ultimi anni, Runjaic ha potuto finalmente abbandonare la precarietà dell’assicuratore per potersi dedicare a tempo pieno nel calcio. Il suo marchio di fabbrica è la valorizzazione dei giovani, ma ci torneremo. Prima del Friuli, l’ultima positiva esperienza è con il Legia Varsavia. La Conference League è la vetrina perfetta. La famiglia Pozzo prende appunti e non se lo lascia più scappare.
Le gare di foot volley
Palloni giganti durante il ritiro estivo. Così Runjaic si era presentato ai suoi nuovi tifosi e al campionato italiano. All’apparenza un’attività fine a sé stessa, ma non è stato questo il caso: tutto utile per valutare la reazione dei calciatori rispetto a qualsiasi situazione di gioco. In poche parole, una simulazione del reale. Per lo stesso motivo, non sono mancate le gare di foot volley per provocare imprevedibilità e senso del pericolo. Se voleva stupire, ci è certamente riuscito.
La filosofia di gioco
Un calcio moderno e offensivo. Padroneggiare il gioco e aggiungere intensità: “La chiave della mia idea di gioco è lo spirito di squadra, la connessione tra difesa e attacco, l’energia, l’intensità”. Un progetto credibile che sdogana un preconcetto: anche le “piccole” possono esprimere un calcio coraggioso. Stop al catenaccio: il suo 3-4-2-1 è offensivo. Maniacale nell’organizzazione del lavoro, ma il divertimento non può e non deve mancare per forgiare la forza del gruppo. Nello spogliatoio, Runjaic parla per pensieri e aforismi. E il centro sportivo è come la sua seconda casa: un luogo per allenare il corpo, la mente e la padronanza della lingua italiana.
Credere nei giovani per essere ripagati
“Se si vuole promuovere i giovani giocatori, bisogna essere in grado di individuare un talento. Bisogna incoraggiarli, spingerli a farli progredire. E credere in loro“. Sono molti i giovani lanciati dall’allenatore tedesco nel corso della sua carriera. Un mantra ripetuto, sin dagli inizi in terza serie. Florian Neuhaus e Felix Uduokhai oggi giocano in Bundesliga, Sebastian Walukiewicz e Adrian Benedyczak – allenati ai tempi del Pogon Stettino in Polonia – sono conoscenze del calcio italiano. “Sono più importanti i fatti che le parole, non sono qui per vendere qualcosa”. Promessa mantenuta. Runjaic fa parlare il campo e i fatti: lui è davanti. Conte e gli altri inseguono.