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Benetton propone contratti di solidarietà al 40% per 375 dipendenti. No dei sindacati: “Serve piano industriale”

Benetton propone contratti di solidarietà al 40% per 375 dipendenti. No dei sindacati: “Serve piano industriale”
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Il gruppo Benetton ha proposto contratti di solidarietà per 375 i lavoratori: tranne alcuni comparti, la quota dell’ammortizzatore sociale sarebbe fino al 40% dello stipendio, a partire da 23 agosto per un periodo di 6 mesi prorogabile. Netto il no dei sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori giudicano eccessiva l’applicazione della solidarietà al 40% e puntano a ridurre la platea dei dipendenti interessati.

Il prossimo tavolo è fissato per il 15 luglio e dal giorno successivo partiranno le assemblee con i lavoratori. A riferirlo sono le stesse sigle tessili confederali – Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec – illustrando l’esito dell’incontro con la direzione aziendale svoltosi martedì 2 luglio.

I sindacati non ci stanno: “Serve un piano industriale – Le organizzazioni dei lavoratori hanno rifiutato l’intesa su un “accordo così penalizzante”. Lo riferiscono i rappresentanti delle stesse sigle coinvolte nell’incontro di ieri pomeriggio con i delegati aziendali e le rappresentanze sindacali interne (Rsu). I sindacati lamentano l’assenza di un programma a lungo termine. L’intesa sarebbe “inaccettabile senza conoscere piano industriale“, hanno dichiarato le categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil.

I sindacati rifiutano tagli allo stipendio e chiedono l’integrazione salariale al 100% per i contratti di solidarietà. I soli reparti esclusi dai contratti di solidarietà sarebbero quelli “dell’Imballo, dei capi piegati dei capi appesi e dell’e-commerce”. Le sigle, tuttavia, si sono dette “disponibili ad una proroga di due mesi per l’accordo di uscite incentivate scaduto a marzo 2024”.

Punti vendita e uffici Non solo riduzione del costo del lavoro. Nel mirino dei tagli c’è anche la rete commerciale con i punti vendita: le chiusure riguardano in prima battuta negozi all’estero e non profittevoli; in un secondo momento, la stretta potrebbe coinvolgere le sedi italiane. Il personale degli uffici che rimarranno chiusi nei venerdì delle prossime settimane sarà impiegato in modalità smart working.

Uscite anticipate – L’azienda, dall’altro lato, punta ad accrescere il numero dei dipendenti con uscite incentivate, consentendole anche ai lavoratori distanti più di 24 mesi dal pensionamento. Nel frattempo gli uffici delle sedi di Ponzano Veneto (Treviso) e Villorba (Treviso) rimarranno chiusi tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto.

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