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Ultimo aggiornamento: 14:50 del 26 Giugno 2024

Pittura rossa sulla scalinata di Trinità dei Monti a Roma: l’azione degli attivisti contro i femminicidi. Sei persone fermate

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Vernice rossa sulla scalinata di Trinità dei Monti, nel cuore di Roma. È il nuovo blitz, messo in atto questa mattina, mercoledì 26 giugno, dalle attiviste e gli attivisti di “Bruciamo tutto“, che sensibilizzano sul tema dei femminicidi e del patriarcato. Non solo. In piazza di Spagna, oltre alla pittura rossa, gli attivisti hanno anche esposto uno striscione e lanciato dei volantini con i nomi delle vittime di femminicidio in Italia da Giulia Cecchettin ad oggi. Immediato l’intervento degli agenti della Polizia della Capitale che hanno fermato e identificato sei persone. Sul posto anche la Sovraintendenza per la pulizia e la valutazione di eventuali danni.

“L’azione ha avuto inizio alle 10:06 di mattina. Sei attivisti sono arrivati in Piazza di Spagna e sono saliti sulla parte alta delle scale”, spiega il gruppo “Bruciamo tutto” in una nota. “Una di loro ha urlato, attirando l’attenzione sull’azione, mentre un altro attivista, nel frattempo, ha srotolato due striscioni, uno di ‘Bruciamo tutto’ e l’altro con la data del prossimo incontro“. Poi, continuano, “altre due attiviste, insieme ad un’altra coppia collocata più in basso sulla scalinata, hanno versato del colore rosso per bambini a cascata sulle scale, spargendo anche dei fogli di carta con sopra i nomi delle vittime di femminicidio in Italia, da Giulia Cecchettin ad oggi”. Infine, con le mani sporche di pittura rossa, “hanno sparso impronte sui lati della scalinata”.

“Abbiamo fatto questa azione per portare l’attenzione della società su un problema che non si può più assolutamente ignorare“, spiega il movimento”. “Il governo non ne parla, non attua un vero cambiamento utile a proteggerci e a cambiare il sistema”. “L’esecutivo di Giorgia Meloni taglia del 70% i fondi ai centri antiviolenza, attacca la legge 194, non si cura dei diritti delle persone queer, dei diritti delle persone migranti“, concludono gli attivisti.

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