Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Proteste nell’Aula del Senato durante il primo via libera al premierato. Il disegno di legge di riforma costituzionale è stato approvato in prima lettura a Palazzo Madama con 109 voti a favore, 77 no e un astenuto. Al momento del voto i rappresentanti dell’opposizione hanno sollevato il testo della Carta costituzionale dai propri banchi. Lo stesso è stato fatto pure da diversi senatori della maggioranza, in particolare dai banchi di Fratelli d’Italia, i cui senatori hanno anche mostrato delle bandiere tricolore.
Poco prima non erano mancate tensioni tra maggioranza e opposizioni durante la dichiarazione di voto del senatore di Fdi Marco Lisei, che aveva provocato Pd e M5s, tra le proteste dei colleghi dell’opposizione: “Qualcuno ha scelto di speculare sulla riforma costituzionale, hanno voltato le spalle agli italiani, con l’ostruzionismo, gli insulti e le provocazioni, che in quest’Aula non sono state raccolte. Non accettiamo lezioni di democrazia dal M5s, né di costituzionalismo del Pd: siete il partito dei pentiti costituzionalisti”. Per poi tornare a rivendicare, nonostante le proteste e l’appello di 180 costituzionalisti a fianco di Liliana Segre contro il premierato: “I poteri del capo dello Stato sono rimasti pressoché invariati, manterrà i poteri garantiti dalla Costituzione, non potrà nominare i senatori a vita e avrà qualche grattacapo in meno, non dovrà risolvere i problemi legati alla instabilità politica. Non c’è alcun pericolo fascista o di torsione autoritaria”, taglia corto Lisei. Parole che hanno scatenato proteste tra i banchi del Partito democratico e del resto delle opposizioni.