La contestata direttiva europea sulla violenza contro le donne è stata approvata dal Consiglio Ue. Si tratta della prima forma di legislazione sul tema a livello europeo e contiene già un grosso vulnus: non prevede lo stupro tra i reati e questo perché gli Stati non sono riusciti a trovare un accordo sulla definizione dell’assenza di consenso. La direttiva impone invece, a tutti i Paesi dell’Ue, di considerare reato la mutilazione genitale femminile, il matrimonio forzato e la violenza informatica, come la condivisione non consensuale di immagini intime. La nuova legge contiene anche misure per prevenire la violenza contro le donne e la violenza domestica e stabilisce standard per la protezione delle vittime di questi reati.

La commissione di questi reati sarà punita con pene detentive che vanno da un minimo di uno a cinque anni. La direttiva contiene anche un’ampia lista di circostanze aggravanti, come il fatto di aver commesso il reato contro un bambino, un ex coniuge o partner o un rappresentante pubblico, un giornalista o un difensore dei diritti umani, che comportano pene più severe. La direttiva contiene anche norme dettagliate sulle misure di assistenza e protezione che gli Stati membri devono fornire alle vittime. Per proteggere la privacy della vittima e prevenire la vittimizzazione ripetuta, gli Stati membri devono inoltre garantire che le prove relative alla condotta sessuale passata della vittima siano ammesse nel procedimento penale solo se pertinenti e necessarie. Gli Stati membri hanno tre anni di tempo dall’entrata in vigore della direttiva per recepirla nel diritto nazionale.

Resta però la grave assenza dello stupro tra i reati e perché ci sia un intervento degli Stati si stanno muovendo le associazioni che si battono per i diritti delle donne (Differenza Donna ha lanciato una petizione che ha raggiunto quasi 150mila firme). Anche per questo oggi, è stata diffusa la notizia secondo cui la Commissione europea sta preparando una raccomandazione ai governi “per prevenire e combattere efficacemente la violenza di genere”. La raccomandazione secondo l’ultimo ordine del giorno del collegio dei commissari, ancora provvisorio, dovrebbe essere discussa e adottata nella riunione del 19 giugno. La raccomandazione, apprende l’agenzia Ansa da un funzionario dell’esecutivo europeo, “integrerà la direttiva” e “contribuirà a prevenire e combattere efficacemente la violenza di genere. La sua adozione è prevista per il 2024”. La raccomandazione è un atto non vincolante per gli Stati membri. Proprio nell’accordo sulla direttiva raggiunto lo scorso 6 febbraio tra Parlamento e Consiglio Ue, i negoziatori non sono riusciti a mettersi d’accordo per includere lo stupro, definito sulla base dell’assenza di consenso, tra i reati dell’Ue, come proposto dalla Commissione europea. Dunque è possibile che la raccomandazione riguardi questo aspetto rimasto fuori dal testo finale della direttiva.

Intanto oggi il Consiglio Ue ha festeggiato il via libera. “Un’azione decisa contro questi atti di violenza è essenziale per garantire i valori e i diritti fondamentali di uguaglianza tra donne e uomini e di non discriminazione”, si legge in una nota. “Si tratta di un momento fondamentale per il rafforzamento dei diritti delle donne. La vera uguaglianza può avvenire solo quando le donne possono vivere senza il timore di subire molestie, aggressioni violente o danni fisici. Questa legge è un passo importante per far sì che ciò accada”, ha detto Marie-Colline Leroy, segretario di Stato belga per l’uguaglianza di genere.

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