La Bmw M2 è vettura dal DNA sportivo, capace di coniugare la praticità della guida quotidiana con un’esperienza coinvolgente, sia sulle strade normali che in pista. Qualità che hanno spinto Bmw Italia a promuovere un campionato italiano monomarca proprio con questa vettura. Terreno della nostra prova: le strade mille curve che si snodano sull’Appenino bolognese, i rettilinei delle statali che attraversano i frutteti delle campagne circostanti e l’autostrada, che ci porta sulla costa al circuito Marco Simoncelli a Misano Adriatico.

Le linee spigolose della M2 non lasciano indifferenti. Al primo sguardo colpisce l’aspetto imponente, accentuato nel frontale. Formme squadrate, che danno la sensazione che sia pronta a scattare da un momento all’altro. Il carbonio a vista del tetto incorniciato dall’alluminio crea un mix di leggerezza e resistenza. Nel posteriore i catarifrangenti ad andamento verticale circondano l’estrattore dove sono incastonati i quattro terminali di scarico.

Se esternamente la M2 si differenzia dal resto della gamma Bmw, all’interno è un po’ più allineata alle sorelle di ultima generazione. Un buon esempio sono il Curved display con il quadro strumenti da 12,3″ e quello dell’infotainment da 14,9″. La differenza con le Bmw non “Motorsport” la fa il software: basta sfogliare tra le maschere per trovare i widget specifici M che la rendono così unica. Ogni tocco sullo schermo consente una personalizzazione dell’auto, con interventi che vanno a toccare le grafiche dei display o modificano le performance del motore, passando per la velocizzazione degli innesti del cambio fino alla resistenza dello sterzo, l’incisività della frenata e la rigidezza dell’assetto.

Altra grande differenza nell’abitacolo la fanno i sedili M Carbon (optional) con la loro struttura a guscio: più leggeri di quasi 11 chilogrammi delle sedute di serie, consentono di tenere una posizione di guida molto sportiva. Una soluzione che enfatizza la sensazione di essere un tutt’uno con la vettura.

Allacciata la cintura di sicurezza e pigiato il tasto di accensione parte il canto del sei cilindri in linea da 460 Cv e 550 Nm di coppia. Un sound che riecheggia nelle scalate in curva e che si accompagna allo scoppiettio degli scarichi sportivi. Non è necessario elevare al limite i giri del motore, ogni cambiata (otto marce con automatico di serie, optional il 6 rapporti manuale) è un’esperienza sinfonica.

I comandi rossi posti sulle razze del volante “M1” e “M2” consentono al driver di richiamare due programmi di guida personalizzati precaricati in memoria e cambiare così la dinamica di marcia. Ma, seppur importante, non è solo la potenza a fare della M2 un’esperienza unica (0-100 km/h in 4.1”): a colpire è la sua agilità nel destreggiarsi nel misto stretto grazie ad un assetto perfettamente bilanciato e alla trazione posteriore che permette di affrontare le curve con la precisione di un bisturi. Ogni movimento del volante è immediatamente tradotto in una risposta decisa, mentre l’acceleratore risponde con una prontezza fulminea. Volendo è possibile tarare la trazione posteriore per un’esperienza di guida ancora più frizzante. Un operazione consigliabile solo dopo averle preso le giuste misure.

In conclusione questa M2, che nel DNA conserva i geni della precedente generazione e la filosofia costruttiva della Serie 1 M Coupé, è cresciuta mantenendo lo stesso carattere dinamico e l’equilibrio prestazionale. Quanto al listino, infine, i prezzi partono da poco sopra i 78.100 euro.

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