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Ultimo aggiornamento: 8:07 del 17 Aprile 2024

Canfora a La7: “Querela di Meloni? La mia era una metafora che viene da Lucrezio e da Tocqueville, non la drammatizzerei”

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Ospite di Otto e mezzo (La7), il filologo e storico Luciano Canfora risponde a Lilli Gruber sul significato dell’espressione “neonazista nell’anima”, per la quale è stato querelato da Giorgia Meloni nell’aprile del 2022 nel corso di un dibattito sulla guerra in Ucraina al liceo scientifico Enrico Fermi di Bari, quando la leader di Fratelli d’Italia non era ancora presidente del Consiglio.
Canfora, che sin dall’annuncio della querela di Meloni ha tenuto a sottolineare che la sua era una “metafora politologica”, è stato ieri rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale a sua volta ha chiesto un risarcimento di 20 mila euro.

Il professore emerito dell’ateneo Aldo Moro di Bari ricorda, in primis, il dilagante rinverdimento dell’estrema destra in Europa: “In paesi come l’Ungheria, la Finlandia, i Baltici, la Croazia, l’Ucraina stessa ci sono dei movimenti che esplicitamente si richiamano al passato fascista e in particolare nazista. A Budapest si tiene l’11 febbraio il ‘giorno dell’onore’ che celebra le SS tedesche che resistettero all’Armata Rossa. I Baltici hanno ripescato i loro collaborazionisti di allora e li festeggiano come eroi nazionali, il Bandera ucraino rientra in questa categoria”.

Poi entra nl merito dell’espressione che gli è costata l’azione legale di Meloni: “L’espressione ‘nell’anima’ viene da Lucrezio e da un grande pensatore liberale, Tocqueville, il quale in una pagina autobiografica definisce il suo sentimento profondo di avversione verso la democrazia ‘il fondo dell’anima’ – spiega – Si tratta di una metafora colta che i letterati di varie epoche, dal grandissimo Lucrezio al non meno grande Tocqueville, hanno adoperato per parlare dei propri sentimenti remoti, quelli che Freud chiamerebbe Es. E, secondo me, potremmo usare con buon successo proprio l’espressione di Tocqueville, ‘il fondo dell’anima’”.

Canfora conclude: “Naturalmente ognuno di noi ha un punto di partenza remoto, culturale, storico, biografico. Quindi, io non drammatizzerei come qualcuno fa questa espressione, che fa parte di un modo letterario di esprimere in sintesi e in un inciso di un discorso che ha un molto più ampio svolgimento, un dettaglio che oserei collocare nel campo dell’analisi del profondo. Quello che gli scienziati chiamano psicologia”.

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