Diminuiscono le esportazioni italiane in gennaio. Il calo è del 3,2% rispetto a dicembre e dello 0,2% su base annua. Crollo per il valore dell’import che registra rispettivamente un – 7,3 e un meno 13,5% ma molto dipende dal – 60% legato alle quotazioni del gas, ben più basse rispetto ad un anno prima. Pertanto il saldo commerciale (differenza tra valore dell’export e dell’import) migliora e diventa positivo di 2,6 miliardi a fronte del rosso di 4,2 miliardi. In particolare il deficit energetico (-4.233 milioni) è in forte riduzione rispetto a un anno prima (-7.760 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 3.524 milioni di gennaio 2023 a 6.888 milioni di gennaio 2024.

Precipita l’export verso la Cina (- 46% su base annua), il dato è tuttavia “falsato” dagli eccezionali acquisti di farmaci compiuti da Pechino nel gennaio 2023. Più preoccupante il dato con destinazione Germania (- 2,9%), primo partner commerciale del nostro paese. Nell’interscambio con Berlino da segnalare anche la forte diminuzione delle importazioni (- 10,8%), gli effetti della crisi economica tedesca si fanno sentire.

Negativo, – 3,5%, è anche il dato che riguarda la Francia. Salgono, viceversa, le vendite agli Stati Uniti (+ 14,5%), Spagna ( 9,2%) e Giappone (+ 20%). Come categorie merceologiche paga dazio la farmaceutica (anche qui però “effetto Cina”), con esportazioni giù del 15% su base annua. Calo del 7,9% per la siderurgia e flessione di poco più contenute per il tessile (- 6,2%). Flessioni più lievi per mobili, pelletteria e gomma plastica. Bene alimentari (+ 14%) e abbigliamento (+ 17%).

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