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As Roma, ora la Procura Figc indaga sul video hard rubato. Il club: “Non c’è discriminazione”. Nessun accenno a chi ha diffuso le immagini

As Roma, ora la Procura Figc indaga sul video hard rubato. Il club: “Non c’è discriminazione”. Nessun accenno a chi ha diffuso le immagini
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Sono già in corso gli interrogatori e le acquisizioni degli atti: ora sulla vicenda del video hard rubato a una dipendente della As Roma che poi è stata licenziata dal club (insieme al fidanzato che aveva girato le immagini) indaga la Procura della Federcalcio. Dopo che Il Fatto Quotidiano ha portato alla luce quanto accaduto nell’autunno scorso a Trigoria, adesso l’obiettivo della Procura Figc è verificare le eventuali responsabilità di tesserati relative alla diffusione del video intimo. Secondo quanto ricostruito dal Fatto, è stato un calciatore della Primavera giallorossa a sottrarre il video dal cellulare della dipendente – dopo averlo preso in prestito per effettuare una telefonata – e poi girarlo in chat ai suoi compagni. Le violazioni che potrebbero essere contestate sono per il calciatore l’articolo 4 del codice di giustizia sportiva (“principi della lealtà, della correttezza e della probità”) e per la società l’articolo 6 (responsabilità oggettiva). Il licenziamento della dipendente non riguarda invece la giustizia sportiva.

Intanto la Roma è passata al contrattacco, dopo il silenzio che aveva seguito il primo articolo pubblicato dal Fatto. Il club parla di “inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento”. Il licenziamento, si legge in una nota, ha riguardato i due dipendenti, donna e uomo, “che hanno registrato il video” ed “è avvenuto lo stesso giorno e alla stessa ora”. Per il club era oggettiva “l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo”, anche considerando che i due dipendenti avevano un “coordinamento diretto con i minorenni”. Nel comunicato della società giallorossa guidata dalla ceo Lina Souloukou (nella foto in evidenza), però, non c’è traccia di un commento riguardo al furto e alla diffusione del video. E neanche la stessa amministratrice delegata, finora, ha rilasciato dichiarazioni o preso posizione sulla vicenda.

I fatti risalgono allo scorso autunno, il video ha circolato per diverse settimane. Per quanto risulta al Fatto, non ci sono state iniziative disciplinari nei confronti del calciatore della Primavera che avrebbe ammesso di aver diffuso il video. Un giovane di belle speranze che aspetta solo di esordire in Serie A. Nella nota invece si legge: “L’AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la società e il suo gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva”. La Roma, “nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta”. Il licenziamento “è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al codice etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni“. “È peraltro purtroppo vero – aggiunge il club giallorosso – che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative“. Nella lettera di licenziamento dell’avvocato Lorenzo Vitali, potente responsabile legale della società dei Friedkin, vengono però solamente richiamati i “principi etici ed educativi” che ispirano la società. “L’AS Roma – è la conclusione della nota – comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti”.

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