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Ultimo aggiornamento: 11:08 del 12 Marzo 2024

Ucraina, Caracciolo a La7: “Il Papa ha detto una cosa contraddittoria, se ti arrendi non puoi negoziare. La trattativa va fatta presto”

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Papa Francesco ha detto una cosa contraddittoria sull’Ucraina: arrendetevi e negoziate. Le due cose non stanno insieme: se ti arrendi non puoi negoziare, perché se tu Ucraina ti arrendi, non hai più nulla da dire e sei alle condizioni che ti mette Putin. Se invece, come credo, è possibile negoziare – ma bisogna farlo presto, perché se continua così tra un anno dell’Ucraina non resta molto – allora forse riusciamo a salvare il salvabile”. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore di Limes Lucio Caracciolo commenta le discusse parole di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina (“È più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare”).

Caracciolo aggiunge: “Comunque vada a finire, gli europei dovranno poi accollarsi la ricostruzione dell’Ucraina. Ma fino a che punto noi siamo disposti a impedire che l’Ucraina diventi un buco nero in cui un pezzo è della Russia, un altro di una banda criminale e così via? Gli Usa? Se avessero una posizione, con la vittoria di Trump potrebbero pure cambiarla, ma siccome ne hanno 5 contemporaneamente, è un po’ difficile”.

Il direttore di Limes poi spiega il nuovo numero della sua rivista di geopolitica, dal titolo ‘Una certa idea di Italia’: “Siamo partiti da due dati di fatto. Questo paese dal punto di vista della garanzia del debito dipende dalla Germania, che oggi è il paese sconfitto nella guerra tra Russia e Ucraina, perché ha perso tutto quello che poteva perdere: ha perso il gas russo, sta perdendo il mercato cinese, ha perso la credibilità della sua leadership in Europa. E quindi – conclude – se la Germania va male, scarica su di noi una parte dei suoi guai. Non è una buona notizia. In più, per la sicurezza siamo totalmente dipendenti dagli Usa, ed è inutile raccontare come stanno messi. Certamente non siamo il primo dei loro pensieri. Cosa vuol dire? Che o ci rendiamo conto che dobbiamo assumerci responsabilità che prima delegavamo oppure siamo fregati, nel senso che saremo travolti da eventi su cui non abbiamo il controllo”.

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