I Paesi Ue hanno bloccato l’accordo politico sulla direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità: l’approvazione è stata stralciata dall’agenda del Coreper, il comitato degli ambasciatori dei 27, e rinviata a data da destinarsi. La presidenza belga ha fatto sapere che i governi torneranno a negoziare “a livello tecnico”. La Germania guida un drappello di Paesi che hanno espresso riserve sull’intesa e, insieme all’Italia e altri, in caso di voto si sarebbe astenuta formando una minoranza di blocco. La direttiva avrebbe richiesto alle grandi aziende di vigilare sugli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente sia per quanto riguarda le loro attività, sia quelle dai loro partner commerciali e fornitori. La Confindustria italiana e quella europea, BusinessEurope, hanno fin dall’inizio dato battaglia paventando costi eccessivi.

La direttiva era stata proposta della Commissione nel febbraio 2022 e concordata in trilogo da Consiglio e Parlamento nel dicembre scorso. Il passaggio in Consiglio avrebbe dovuto essere una formalità ma tutto si è complicato a causa dei problemi che hanno i Liberali tedeschi nei sondaggi governando in coalizione con Verdi e Spd. Berlino ha fatto dietrofront, come successo con il regolamento sulle emissioni degli autoveicoli, bloccato sempre su input dei Liberali.

Le imprese, stando al testo, avrebbero dovuto integrare la ‘due diligence’ nelle loro politiche e nei sistemi di gestione del rischio, descrivendo il loro approccio, i loro processi e il codice di condotta. Il tutto con l’obiettivo di contrastare il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro, l’inquinamento, la deforestazione, il consumo eccessivo di acqua o i danni agli ecosistemi. Sarebbero state tenute ad adottare un piano che garantisse che il loro modello di business rispetti il limite del riscaldamento globale non oltre 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale. Su insistenza del Parlamento, il management delle aziende con più di mille dipendenti avrebbe ricevuto benefici finanziari per l’attuazione del piano.

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