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Le scuse di Elena Basile alla senatrice Segre: “Ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spero potrà dimenticare l’offesa ricevuta”

Le scuse di Elena Basile alla senatrice Segre: “Ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spero potrà dimenticare l’offesa ricevuta”
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Pubblichiamo l’intervento dall’ex ambasciatrice Elena Basile, indirizzato a Liliana Segre. L’ex diplomatica si era scagliata contro la senatrice a vita: “Dice di non poter più dormire pensando ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre, ma, cara signora, possibile che i bambini palestinesi non la toccano?”. Accuse alle quali il figlio di Segre aveva replicato annunciando una querela.

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Sono molto spiacente di questo atroce malinteso. Sono stata tratta in inganno da una intervista, letta forse superficialmente, nella quale il giornalista attribuiva dichiarazioni unilaterali alla senatrice Segre.

Non mi importa della querela che credo non abbia basi giuridiche. Mi allarma avere ferito con un paragone inappropriato, la senatrice per la quale ho sempre avuto stima per la sua opera di testimonianza dell’esperienza atroce che ha vissuto. Sarei sconvolta al pensiero di averle arrecato dolore.

Mi sono guardata le sue interviste che non conoscevo e le sue parole umane mi hanno commosso. In effetti ha dichiarato in molte occasioni che era triste per la morte dei bambini ebrei e dei bambini palestinesi. Ha anche dichiarato di essere contraria a ogni tipo di vendetta. Sono spiacente per l’accaduto. La mia reazione era contro i doppi standard di una certa stampa con cui ora, meglio informata, so che la Senatrice ha poco a che vedere.

Mi sono rivolta a lei riconoscendole statura morale, come avevo fatto col Presidente Mattarella perché – credo – si può fare ancora molto contro il clima d’odio, di due pesi e due misure, di antisemitismo. Il mio sogno sarebbe vedere il Presidente Mattarella e la Senatrice riconoscere lo Stato di Palestina e condannare i crimini di guerra del governo Netanyahu.

Chiedo umilmente scusa alla Senatrice se l’ho ferita. Non era questa la mia intenzione, anche se ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spinta da un’indignazione che nel caso della Senatrice in effetti non aveva motivo di esistere. Spero che potrà dimenticare l’offesa ricevuta credendo tuttavia nella mia buona fede, che c’è sempre.

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