“Cara signora, possibile che lei sia tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei?”. Le parole dell’ex diplomatica italiana Elena Basile nei confronti della senatrice a vita Liliana Segre rischiano di finire in tribunale. Il figlio della testimone della Shoah, sopravvissuta agli orrori dello sterminio per mano nazista ha annunciato una querela parlando di “affermazioni diffamatorie ed ingiuriose“. Basile dal canto suo prima ha respinto le accuse (“Le denunce e le querele alimentano il clima d’odio e di antisemitismo“) e poi fa parziale marcia indietro porgendo le “scuse” a Liliana Segre. Basile si difende dicendo di essere “stata tratta in inganno da una intervista letta forse superficialmente” (qui il testo integrale dell’intervento di scuse). “Mi allarma avere ferito con un paragone inappropriato la senatrice, per la quale ho sempre avuto stima per la sua opera di testimonianza dell’esperienza atroce che ha vissuto – scrive -. Sarei sconvolta al pensiero di averle arrecato dolore. In effetti ha dichiarato in molte occasioni che era triste per la morte dei bambini ebrei e dei bambini palestinesi”.

A scatenare la polemica è stato un video in cui l’ex ambasciatrice si è scagliata contro la senatrice a vita sostenendo che “dice di non poter più dormire pensando ai bambini ebrei uccisi il 7 ottobre, dice che la sua memoria è tormentata, per 365 giorni all’anno, per quello che ha vissuto nei campi di concentramento ma, cara signora, possibile che i bambini palestinesi non la toccano?”. L’ex diplomatica ha ricordato che “ogni quattro-cinque minuti muore un bambino palestinese” e ha quindi aggiunto: “Da ebrea che ha vissuto nei campi di concentramento lei dovrebbe sentire il dolore di tutti gli oppressi e in particolare ora del popolo palestinese. La morale non è rivolta solo a un gruppo nazionale. Sa che i tedeschi nazisti erano molto buoni coi loro bambini? E non sentivano nulla per la morte degli ebrei”. Quindi la domanda più pesante nei confronti di Segre: “Lei vuole imitarli?”.

Dopo la pubblicazione del video, la famiglia della senatrice a vita ha annunciato querela: “Ho scritto alla Basile. Tolga di mezzo questa cosa, che è completamente falsa, si scusi, altrimenti la dobbiamo querelare. Non mi ha risposto, quindi domani penso che provvederemo per la querela”, ha detto Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre. “Mia madre ha ripetuto sempre, anche da Fabio Fazio, che lei non fa distinzioni, che le fanno una pena infinita i bambini di tutte le nazionalità, di tutte le fedi, quelli israeliani e quelli palestinesi”, ha ricordato Belli Paci.

“Già nei giorni scorsi aveva detto che era per lei un periodo di terribile abbattimento per questa situazione generale – ha aggiunto il figlio di Segre – Francamente essere insultata sanguinosamente da un personaggio che si dovrebbe presumere di una certa cultura, come la Basile, ed essere accostata addirittura ai nazisti, perché i nazisti, dice la Basile, avevano cura solo per i propri bambini e mia madre farebbe la stessa cosa, ebbene supera i limiti di qualunque possibilità di tolleranza e decenza. Siamo al di là del bene e del male”. E nelle ore successive, Belli Paci ha fatto sapere che Basile ha poi risposto: “Una risposta vergognosa in cui dà la colpa ai giornali che hanno travisato” e che secondo lei “dovrebbero rettificare. Prendiamo atto della sua risposta e procediamo con la querela”.

Dall’inizio della guerra a Gaza, successivo all’attacco di Hamas del 7 ottobre, Segre ha più volte sottolineato di essere in pena per quanto sta avvenendo nella Striscia a causa della risposta di Israele. Ad esempio il 5 dicembre, durante una manifestazione della Comunità ebraica di Roma, aveva detto: “L’eterno ritorno della guerra mi fa sentire prigioniera di una trappola mentale senza uscita, spettatrice impotente, in pena per Israele ma anche per tutti i palestinesi innocenti, entrambi intrappolati nella catena delle violenze e dei rancori. Provo pietà per tutti i bambini, che sono sacri senza distinzione di nazionalità o di fede, che soffrono e muoiono. Che pagano perché altri non hanno saputo trovare le vie della pace”.

Più recentemente, intervistata da Corrado Augias in occasione della Giornata della memoria, lo scorso 27 gennaio, era stata ancora più chiara: “Sono di una tristezza profonda, dal 7 ottobre ad oggi nella violenza a cui assistiamo quello che mi sconvolge particolarmente sono i bambini delle due parti, sapere che oggi sono i bambini palestinesi a soffrire io non faccio differenze”.

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