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Re Carlo e il cancro, le regole di Buckingam Palace: nessuno potrà sostare davanti alla clinica, né fare foto

di Antonella Zangaro

La notizia è esplosa tra le mani della stampa inglese alle 6 del pomeriggio: re Carlo ha un cancro e non è alla prostata. Oggi ha iniziato i trattamenti, non è dato sapere quali esattamente, ovvero se si tratti di radioterapia o chemio o quant’altro, ma Buckingham Palace ha ritenuto di rendere note le sue condizioni, come già avvenuto per il suo ricovero alla London Clinic, per generare una sensibilizzazione nella popolazione, invitata a fare prevenzione e ad informarsi sulle patologie più diffuse a quell’età. In questo caso, però, c’è anche di più perché Carlo III, oggi 75enne, ha un ruolo attivo nella battaglia contro questo male: da tempo, infatti, è patron di numerose associazioni di beneficienza che si occupano dei malati e delle loro famiglie. Oggi, lui è uno di loro e questo lo rende tristemente più vicino a chi soffre.

Il palazzo ha deciso di condividere con il mondo le condizioni del re a capo della monarchia più famosa del mondo, ma allo stesso tempo ha messo dei paletti molto chiari su come dovrà essere trattata la questione. A nessuno, infatti, sarà permesso di sostare davanti alla clinica di Londra dove il re andrà per ricevere le cure prescritte, nessuno potrà fare foto, né sarà consentito fare illazioni o congetture sulla tipologia di cancro che lo ha colpito. Quello che deve essere condiviso è già stato detto, per ovvie ragioni di pubblico interesse, ma nulla di più va fatto oggetto di inutili speculazioni. I comunicati condivisi dai PR di Carlo III non lasciano spazio a dubbi e la stampa britannica, abituata al massino rispetto per la privacy, soprattutto quando si parla di salute, promette di osservare le disposizioni date. L’atmosfera è tetra e i commentatori in tv non hanno nascosto le preoccupazioni per le condizioni del re giudicate “serie”.

Ma Carlo ha un ruolo istituzionale e la notizia della sua ultima diagnosi, nel pomeriggio, è stata anche letta in aula a Westminster, con lo speaker della camera che comunicava ufficialmente alla politica che il capo dello stato è stato sottoposto a trattamenti per un tumore scoperto durante il suo recente ricovero. Subito sono arrivati i messaggi di solidarietà da parte di tutti i leader, ma contestualmente è stato reso noto che le attività che il re svolge “a domicilio” saranno potate avanti, così riceverà la red box e le visite settimanali del Primo ministro Rishi Sunak.

“Business as usual”, come dicono gli inglesi in questo caso, ma con una monarchia sempre più debole ed un monarca sempre più fragile, così come fu per il nonno, Giorgio VI, morto di cancro ai polmoni nel 1952, lasciando ad una giovanissima Elisabetta le redini della corona. I membri della famiglia reale, hanno spiegato alla BBC, sono stati chiamati a raccolta e informati personalmente dal re che ha parlato prima con i figli William ed Harry e poi con i tre fratelli Anna, Andrea ed Edoardo. Il principe ribelle, Harry, sarebbe in viaggio per l’Inghilterra per poter far visita al padre quanto prima, mentre William, che aveva cancellato tutti i suoi impegni, sine die, per occuparsi dei tre figli e della moglie Kate, che il 16 gennaio era stata ricoverata per un intervento di chirurgia addominale alla London Clinic, tornerà alla vita pubblica. Kate Middleton e Carlo, operato per l’ingrossamento della prostata, sono usciti dall’ospedale lo stesso giorno, il 29 gennaio, a distanza di due ore l’uno dall’altro e mentre lui raggiungeva Camilla, lei tornava all’Adelaide cottage di Windsor dove sarà a riposo fino a dopo Pasqua.

Già nel primo pomeriggio, probabilmente dopo aver saputo dal padre delle sue condizioni, William aveva fatto sapere che mercoledì riprenderà in mano la sua agenda per occuparsi degli impegni istituzionali dai quali si era defilato per stare accanto alla sua famiglia. Ora, questo non sarà più possibile, il primo in linea diretta alla successione al trono, non può fare un passo indietro adesso, la sua presenza sulla scena pubblica è l’unico messaggio di continuità per una corona messa davvero a dura prova.

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