In piazza della Scala, a Milano, comincia il 6 febbraio una sei giorni di celebrazioni a due anni dall’inizio delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. A Cortina i maestri di sci si preparano a scendere in notturna da Col Drusciè. A Trento si apre la mostra immersiva “Records”. Non mancherà, come annuncia con enfasi Fondazione Milano Cortina, “un nuovo ed emozionante momento Olimpico e Paralimpico” al Festival di Sanremo. Cin-cin, applausi e sorrisi.

A leggere il programma, quando mancheranno 731 giorni all’inizio delle gare, sembra che tutto sia calmo sotto il cielo di Olimpia. Una sciovinissima e rassicurante celebrazione per far dimenticare le spese folli (3,6 miliardi di euro), i ritardi delle opere, gli sforamenti di budget e gli sponsor con il contagocce. Per non parlare dei balletti della politica attorno alla pista da bob di Cortina, diventata l’emblema dell’affanno progettuale e di una incomprensibile indifferenza nei confronti dell’ambiente.

Il ministro Matteo Salvini sta meditando di salire lassù per solennizzare con la prima pietra il suo successo personale (aver trovato un costruttore), quando l’impresa Pizzarotti il 19 febbraio aprirà il cantiere della pista voluta da lui (contro il Cio e anche contro Forza Italia) e dal governatore del Veneto, Luca Zaia. Una pista leghista (con la benedizione del governo) che dovrà essere pronta fra 13 mesi, quando nell’operosa Cina hanno impiegato quasi due anni per farne una simile.

Il programma delle manifestazioni è stato letto anche dai movimenti ambientalisti, centri sociali e associazioni legate alla passione per la montagna, che stanno già monitorando la situazione, soprattutto a Ronco, dove devono essere abbattuti 500 larici secolari. E’ già partita la sfida alla pista da bob e ai Giochi, con cortei, flash mob e addirittura campi in montagna. A lanciare il guanto è il Comitato Insostenibili Olimpiadi – Cio 2026 (parafrasi del Comitato Olimpico Internazionale), collettore di una serie variegata di sigle e gruppi. Ne fanno parte collettivi e spazi sociali di Milano e provincia (Offtopic, Zam, Transiti, Boccaccio, Baraonda, Cambiare Rotta, Folletto), oltre ad associazioni che hanno aderito alle Due Giornate di Carrara dello scorso dicembre, in particolare Mountain Wllderness Italia, Italia Nostra Belluno e i vari comitati di Cortina.

Propongono una controcelebrazione. Il 6 febbraio presentazione alla Bourse de Travaille de Aubervilliers. Il 7 febbraio un aperitivo contro i Giochi nell’auletta Ecolab della Statale di Milano e un flash mob a Milano, in località a sorpresa. L’8 febbraio un’assemblea pubblica a Darfo Boario Terme. Il 10 febbraio un’assemblea sulla tangenziale di Sondrio e un presidio sotto la Regione Veneto, vicino alla stazione ferroviaria di Venezia.

Il manifesto Cio 2026 denuncia “l’impatto negativo in termini sociali e ambientali mascherato dalle bugie – sostenibilità, green, opportunità, lavoro – che fanno da propaganda ai Giochi”. Parla di impatto ambientale globale, di “un flusso di denaro, anche pubblico, che investe la metropoli milanese” e di “un grande evento il cui scopo reale è massimizzare i profitti e speculare su tutto, anche i beni comuni”, nella cornice di una montagna considerata come un parco di divertimenti. “Le Olimpiadi non sono un gioco, ma un grande affare. A Milano trasformeranno la geografia sociale e urbana di interi quartieri. In montagna fanno da traino a un proliferare di nuovi progetti per impianti, sistemi per l’innevamento artificiale e resort di lusso anche in alta quota”.

Attivisti del Climate Camp di Venezia 2023 abbracciati ai larici secolari che dovranno essere abbattuti a Cortina per fare posto alla pista da bob

Alberto Peruffo, alpinista, socio Cai e Mountain Wilderness, coordinatore di Pfas.land Veneto, e curatore del manifesto antiOlimpiadi, annuncia a ilfattoquotidiano.it: “L’arroganza della politica locale, regionale e nazionale non ha dato ascolto alle più grandi autorità nazionali in fatto di ambiente, ovvero CAI, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Touring Club, Pro Natura, Lipu, WWF, Legambiente. Ma anche al Cio e alle Federazioni internazionali degli sport invernali. Per questo a Cortina ostacoleremo in tutti i modi (civili, nonviolenti, ma rigorosi e insormontabili, con i nostri corpi e le nostre presenze) la realizzazione della pista da bob”. È un invito rivolto non solo a movimenti come FFF, Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Climate Camp, ma anche ad “alpinisti ed escursionisti esperti” per salire a Cortina il 19 febbraio. L’obiettivo? “È assolutamente necessario ‘occupare’ il lariceto secolare di Ronco, stabilire un grande e strutturato Campo Base, quindi dei presidi avanzati nei diversi cantieri, per presenziare, dormire, bivaccare, ‘ostacolare’, ossia ritardare in modo creativo e rigoroso il passaggio di mezzi e operatori. Il tempo è dalla nostra parte e non passeranno sopra i nostri corpi”.

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