Rischia di non starci con i tempi, in più non prevede un “uso sostenibile” dopo i Giochi, quindi diventerà una cattedrale nel deserto. È una bocciatura senza appello quella del Comitato Olimpico Internazionale (Cio) rispetto alla decisione dell’Italia di costruire una nuova pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Il progetto voluto e presentato dal vicepremier Matteo Salvini viene demolito in ogni suo aspetto. Se il Cio da sempre ha sottolineato la sua posizione contraria a un nuovo impianto, sottolineando la necessità di usare piste “esistenti e funzionanti” per evitare di costruire altre strutture “senza un futuro”, questa volta mette nero su bianco tutti i timori e l’irritazione per una decisione che il governo italiano ha preso senza ascoltare gli appelli arrivati anche dalle Federazioni internazionali: lo Stato spenderà oltre 100 milioni di euro per una pista che tutti chiedevano di non fare.

Il Cio, si legge nel comunicato, “nutre forti preoccupazioni circa la consegna di questo progetto entro la scadenza prevista di marzo 2025, necessaria per convalidare e omologare la pista, poiché nessuna pista scorrevole è mai stata completata in un periodo di tempo così breve”. Venerdì Simico ha firmato il contratto per la costruzione della pista, affidata a Pizzarotti con un bando da 81,6 milioni di euro: l’impresa appaltatrice si è impegnata ad avere la pista pronta entro il prossimo anno, ma il Cio sottolinea che agli esperti appare come una missione impossibile: “Questa preoccupazione è condivisa dalla Federazione Internazionale di Bob e Skeleton e dalla Federazione Internazionale di Slittino”.

Serve un piano B – Pertanto, prosegue la nota, “il Cio ha chiesto al Comitato Organizzatore di Milano Cortina 2026 di preparare un piano B in caso di eventuali ritardi, per garantire che le gare di bob, skeleton e slittino possano svolgersi durante i Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026″. È un lavoro che Fondazione Milano-Cortina sta facendo da tempo, analizzando i dossier arrivati dall’estero: c’è l’ipotesi di Sankt Moritz in Svizzera, ma perfino la possibilità di andare negli Stati Uniti. La sottolineatura del Cio però evidenzia un altro aspetto: l’Italia rischia di spendere milioni e milioni di euro per una pista che, se non dovesse essere completata in tempo, non verrebbe nemmeno utilizzata per i Giochi invernali.

La pista è senza futuro – E, aspetto ancor più grave, il futuro delineato dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) si trasformerebbe in un ulteriore salasso per le casse dello Stato. Il Cio infatti ha sempre mantenuto una posizione chiara su questo tema: “Nessuna sede permanente dovrebbe essere costruita senza un piano legacy chiaro e fattibile”. In altre parole, senza avere un piano che garantisca un futuro economicamente sostenibile. “Il nuovo progetto per la pista di scorrimento a Cortina non affronta questi problemi poiché il progetto pianificato non include alcun uso sostenibile o eredità praticabile dopo i Giochi e non fornisce un luogo che soddisfi tutti i requisiti tecnici, aumentando significativamente i costi e la complessità per il Comitato Organizzatore che dovrà colmare le lacune“, ha affermato il Cio.

L’opera costerà di più – Il Comitato olimpico quindi critica aspramente il progetto “light” di Salvini, perché la pista di Cortina secondo il Cio farà la fine dell’impianto di Cesena, utilizzato per i Giochi di Torino del 2006 e chiuso nel 2011 dopo essere costato un milione di euro all’anno. Non solo, viene sottolineato anche il bluff di Salvini, svelato da ilfattoquotidiano.it: il piano di lavori affidato a Pizzarotti esclude delle opere che però sono necessarie per la funzionalità della pista. Quindi, Simico (Società infrastrutture Milano-Cortina) sarà costretta a fare quei lavori, facendo lievitare ancora il costo dell’opera. E ovviamente a pagare saranno sempre i contribuenti italiani. Il Cio quindi conclude ribadendo la sua posizione: “Il Cio crede fermamente che il numero esistente di centri di scorrimento, a livello globale, sia sufficiente per l’attuale numero di atleti e competizioni negli sport di bob, slittino e skeleton. Inoltre, dovrebbero essere prese in considerazione solo le piste esistenti e già operative a causa della tempi rimanenti molto stretti“.

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