Le piroette di Matteo Salvini sulla pista da bob di Cortina. Il 5 dicembre aveva detto: “Elaboreremo una proposta che non costerà un euro in più agli italiani”. Infatti, non avrebbe potuto cambiare di un euro la base d’asta di 81,6 milioni. Ma adesso che il progetto ha un costruttore e che la documentazione di gara comincia a diventare pubblica, si scopre come il ministro delle Infrastrutture sia riuscito a trovare un candidato, dopo che per due volte l’appalto era andato deserto. Ha tolto parti del progetto, rendendolo più “leggero” (e più avanti vedremo come), così da ridurre il monte-giorni di lavoro (625 pre-Olimpiadi, anziché 825) e le forniture di materiale a carico dell’appaltatore. In quel modo sono stati recuperati margini di redditività prima inesistenti che hanno reso appetibili i lavori e il gruppo Pizzarotti ha deciso di presentarsi con un ribasso dello 0,013 (neppure 10mila euro).

Dai documenti di gara emerge, però, anche un’altra verità: non fanno parte del “computo metrico” parti consistenti di forniture, essenziali alla funzionalità della pista, in quanto trasferite a carico della stazione appaltante. Ovvero, sarà Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico) gestita dal commissario straordinario governativo Luigivalerio Sant’Andrea a sostenere alcuni cruciali capitoli di spesa, senza i quali la pista non può funzionare.

UN “BUCO NERO” PER SIMICO – Si tratta di un gioco di illusionismo degli appalti, anche se la procedura è esplicitata nel progetto esecutivo del 15 dicembre 2023. Oltre agli 81,6 milioni c’è una somma ancora imprecisata – ma certamente non si tratta di bruscolini – che finirà a carico della collettività, rischiando di rivelarsi un “buco nero” contabile, al momento non quantificabile. Soltanto a consuntivo si saprà quanto valgono le voci di spesa che “sono riportate all’interno del corpus progettuale, ma non sono inserite nel computo metrico”. Per il momento nel quadro economico dell’affidamento e nella parte che esula dall’appalto con Pizzarotti sono indicati 3 milioni 925 mila euro di lavori in amministrazione diretta, “ivi inclusi i rimborsi previa fattura”. Non fanno parte dei costi dell’appalto di Pizzarotti, ma “saranno eventualmente realizzati successivamente dalla Stazione Appaltante (Simico, ndr) come lavori in diretta amministrazione”. Quest’ultima è una procedura che ha regole ferree, non può superare determinate soglie e non può utilizzare lo “spezzatino” di lavori per aggirare i vincoli. In ogni caso è lungo l’elenco delle opere che – è scritto del progetto – “richiedono ancora la definizione di specifiche realizzative da parte di alcuni stakeholders. Ad esempio sistema di cronometraggio e corpi illuminanti della pista da parte del CIO e delle federazioni sportive, rivestimento del corpo della pista e pannelli dell’impianto fotovoltaico da integrare nelle coperture degli edifici da parte della Soprintendenza, finiture interne e apparecchi illuminanti degli spazi afferenti il Bob Bar…”.

OPERE EXTRA OLTRE L’APPALTO – Il progetto esecutivo indica cinque elenchi di opere che saranno sicuramente pagate da Simico e non rientrano nel budget di Pizzarotti. Si comincia con la “Fornitura dei corpi illuminanti della pista”, ovvero l’illuminazione ordinaria e di emergenza: Pizzarotti fornirà solo “le linee in cavo di segnale (DALI 2) e potenza per il collegamento degli apparecchi”. Invece, “tutti gli apparecchi illuminanti della pista saranno forniti direttamente dalla stazione appaltante, al di fuori dell’appalto principale dei lavori”. Si tratta di forniture importanti, visto che devono illuminare a giorno 1.650 metri di pista, con 16 curve, dove i bolidi umani raggiungeranno una velocità massima di 133 chilometri all’ora. Lo stesso extra-budget è previsto per “i corpi illuminanti degli spazi coperti esterni degli edifici”, ovvero la partenza e l’arrivo, oltre alle aree partenza donne e junior (anche in previsione delle installazioni televisive). In questo caso si tratta di illuminare l’esterno, dove ci sarà un via vai di atleti, tecnici e spettatori. La terza spesa a carico di Simico sarà costituita dall’illuminazione scenografica della pista, ovvero quegli accorgimenti che consentono di valorizzare aspetti particolari dell’impianto con il buio in un’area di circa due ettari. Nello stesso capitolo troviamo il sistema di Building Management System BMS per la gestione integrata di tutte le funzioni tecnologiche di un edificio. Gli esperti del settore assicurano che la spesa è molto variabile e dipende dall’entità e dal tipo di funzioni controllate. C’è anche il Timing system, ovvero l’impianto di cronometraggio dall’alto contenuto tecnologico che sarà fornito da Simico e che è utilizzato dalle Federazioni internazionali negli impianti di questo tipo. Infine, c’è l’impianto fotovoltaico che dovrebbe essere installato per legge sul tetto della partenza uomini e dell’impianto di refrigerazione, sulla cui fattibilità è aperto un contenzioso. Se sarà fatto diventerà un costo aggiuntivo, se non lo sarà, si vedranno lievitare le bollette dei consumi elettrici. A pagare, in un caso o nell’altro, sarà sempre la pubblica amministrazione.

IL PROGETTO “SPOGLIATO” – Come un fiore o un carciofo a cui hanno tolto i petali o le foglie. La “Eugenio Monti”, nel progetto delle aste andate deserte, era magnificata dagli estensori per la sua bellezza e la scelta di materiali capaci di armonizzarla con il bosco. Il progetto light, voluto dal ministro Salvini, oltre a scaricare su Simico alcuni costi, ha operato dei tagli che l’hanno impoverito, a cominciare dall’estetica e dall’impatto visivo sull’ambiente. “Ma non saranno pregiudicati i benefici funzionali attesi”, scrive Simico. Ecco cosa viene tolto.

Pista. Spariscono i rivestimenti esterni senza rete a scaglie, al loro posto un parapetto provvisorio. Non ci sarà uno strato di copertura verde per mascherare il tetto. Spariscono le tribune (in sei punti compresa la curva Cristallo). Non è previsto il fotovoltaico (pur indicato tra le voci in carico a Simico).

Edificio Partenza Uomini. L’elegante frangisole in doghe metalliche è sostituito da tavolato in legno, basamento in intonaco, non ci saranno né tribune né i volumi accessori (servizi per spettatori, infermeria e cabine giudici).

Partenza Donne. La piattaforma di partenza sarà aperta, spariscono le vetrate, all’esterno uso dell’intonaco.

Partenza Junior. Sparisce (al suo posto un piazzale).

Partenza principianti. Sparisce.

Nuovo Bob Bar. Sparisce (resta il piazzale).

Arrivo. Una prima ipotesi prevede di mantenere solo le fondazioni e non la copertura. Una seconda ipotesi aggiunge anche i soli volumi del primo piano dell’edificio, ma senza copertura. In ogni caso, sparisce il secondo piano.

Edificio ghiaccio. Scompaiono il “tetto a verde” e il rivestimento esterno in pannelli rigati. Anche qui non è previsto il fotovoltaico (pur indicato a carico di Simico).

Parcheggi. Uno sparisce, un altro è ridotto, altri due saranno con la ghiaia (misto granulare).

Strade. Tutte in misto granulare, eccetto i tratti per accesso ai mezzi di soccorso e per l’edificio refrigerazione, che saranno in tipo cemento bianco misto a stabilizzato.

Piazzali. Tutti in ghiaia.

Spettatori. Eliminati tribune e gradoni, il pubblico occuperà solo 6 aree realizzate con movimentazione terra del cantiere, ma senza finitura e completamento.

Bosco. La superficie interessata a vincolo boschivo si ridurrà dai 24.291 metri quadrati previsti a 19.980 metri quadrati (due ettari), grazie al ridotto numero di parcheggi. Saranno pagati 23.556 euro per l’indennizzo delle aree boscate. Il rimboschimento sarà realizzato su una superficie di 4.276 metri quadrati. Piccole pianticelle al posto di 500 larici secolari. A spanne, 50 euro per ogni larice abbattuto.

Aggiornato il 4 febbraio

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