“Cominceremo i lavori per la pista da bob il 19 febbraio”. Mentre infuriano ancora le polemiche sul progetto della nuova “Eugenio Monti” di Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026, in Prefettura a Belluno i rappresentanti dell’unica impresa che ha partecipato al bando di gara hanno dato l’annuncio. Il gruppo di costruttori parmensi si sta già preparando ad aprire i cantieri e farà coincidere il “giorno zero” del cronoprogramma con lunedì 19, quattro giorni dopo (a causa di sabato e domenica) rispetto alla data del 15 febbraio indicata nel cronoprogramma. Sarà allora che comincerà il via vai di camion, operai e tecnici per recintare l’area, spianare il terreno e cominciare l’abbattimento dei larici secolari in località Ronco, così da far spazio all’infrastruttura sportiva. Ormai la procedura è avviata e pare che non verrà fermata neppure dal Comitato Olimpico Internazionale, che continua a dichiarare la propria contrarietà visto che di piste da bob ce ne sono a sufficienza per soddisfare il fabbisogno di un numero esiguo di praticanti. Al contrario, da quattro anni, dopo l’approvazione della candidatura nel 2019, l’Italia continua a persistere con il progetto, a prescindere dal costo e dall’impatto ambientale.

L’incontro in Prefettura a Belluno aveva all’ordine del giorno il problema della sicurezza del cantiere. Vi hanno partecipato, oltre a un delegato del prefetto, anche il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, alcuni dirigenti della Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico), rappresentanti della Pizzarotti e di strutture pubbliche interessate alle norme sul lavoro. L’annuncio di Pizzarotti è avvenuto anche se formalmente la gara per un appalto da 82 milioni di euro (ma la pista verrà a costare poco meno di 125 milioni) non è stata ancora conclusa con l’aggiudicazione.

Dopo che a luglio e settembre erano andate deserte altre due gare, il 18 gennaio è scaduta una terza chiamata, fortissimamente voluta dal ministro Matteo Salvini, anche per assecondare le richieste del governatore del Veneto Luca Zaia. Si tratta del progetto-light, con servizi ridotti, per renderlo economicamente appetibile ai costruttori. L’unica offerta è arrivata da Parma, con un leggero ribasso sulla base d’asta. Il 23 gennaio Simico ha diffuso un comunicato in cui annunciava che la commissione aveva concluso i lavori “individuando l’operatore economico che ritiene l’opera fattibile nei modi e nei tempi previsti nel bando”.

Così si è arrivati al consiglio di amministrazione di Fondazione Milano Cortina 2026 che il 30 gennaio ha preso atto “con ottimismo” dalla notizia, restando però in attesa della firma del contratto di affidamento dei lavori con Pizzarotti. Quindi non ha suggellato con un voto la scelta di Cortina (in alternativa al restauro della vecchia pista in abbandono di Cesana Pariol). Si è però tolta qualche sassolino. Ha ricordato che sia il Cio che le Federazioni Internazionali sono contrarie alla pista di Cortina e che la stessa Simico il 3 gennaio ha consigliato di tenere aperta la porta per un piano B. Ha rincarato la dose spiegando che ci saranno degli extra-costi da affrontare, perché la pista di Salvini manca di alcune strutture e si dovrà supplire con nuove spese.

Fondazione e il Cio temono che 13 mesi per fare una pista completamente ex novo non siano sufficienti e che a marzo 2025 la struttura non sarà pronta per la pre-omologazione. In quel caso la figuraccia dell’Italia sarebbe completa: le gare si farebbero in un impianto all’estero, mentre Cortina dovrebbe convivere con un cantiere a cielo aperto o una pista costruita in ritardo, ma inutile per il grande evento del 2026. A quel punto la Corte dei Conti, che già ha acceso un faro sulla gestione pre-olimpica, si troverebbe costretta a una verifica contabile. Lo ricorda anche Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde: “A quel punto sarà inevitabile indagare sul danno erariale, considerando che lo Stato finanzia la pista per le Olimpiadi, non per arrivare in ritardo”.

L’annuncio di Pizzarotti si basa sulla certezza che l’amministratore delegato di Simico, Luigivalerio Sant’Andrea, firmerà nei prossimi giorni il contratto con l’impresa. Il rischio che si dovessero attendere 35 giorni (come è scritto nel capitolato di gara) dopo l’assegnazione è superato dal fatto che si è presentato solo un concorrente e quindi non vi sono rischi da parte di imprese escluse.

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