L’uscita autostradale di Orte, sull’A1, è stata chiusa al traffico per alcune ore a causa delle proteste degli agricoltori che si sono presentati con i trattori. Sulla scia di quanto sta accadendo nel resto d’Europa, anche in Italia sta salendo la tensione: alcune manifestazioni, nella giornata di sabato 27 gennaio, sono state organizzate nel centro Italia e in Sicilia. Numerose proteste sono già state organizzate anche per i prossimi giorni: martedì 30 gennaio sono previsti raduni anche in varie zone della Lombardia, in Toscana e Sardegna dal movimento ‘Riscatto Agricolo’. Mercoledì 31, invece, un altro gruppo sindacale sta organizzando a Verona un grande presidio in occasione della inaugurazione di Fieragricola, la fiera di riferimento del settore che si tiene nel quartiere fieristico. Solo ieri in Francia, dove le proteste degli agricoltori sono state più imponenti, il primo ministro Gabriel Attal ha promesso interventi in favore del settore: dallo stop all’aumento del gasolio agricolo allo snellimento delle procedure burocratiche.

Lazio – Per alcune ore il casello autostradale di Orte è rimasto chiuso in entrata e in uscita a causa della protesta degli agricoltori. Lo riporta il sito di Autostrade. Sul posto diverse pattuglie della polizia stradale di Orvieto e di altri comandi. I mezzi agricoli che hanno partecipato alla protesta sono un centinaio. I mezzi pesanti si erano fermati intorno alla rotatoria che si trova di fronte al casello, impedendo di fatto sia l’accesso sia l’uscita dall’autostrada. Dopo la riapertura del casello, tutti i manifestanti sono stati allontanati, mentre resta il presidio presente accanto al casello.

Gli agricoltori si sono organizzati per andare avanti con il presidio a oltranza. Al centro della rotatoria è stata infatti allestita una cucina da campo, a dimostrazione dell’intento degli agricoltori, di rimanere saldi sulla loro posizione. “Aspettiamo l’arrivo di una troupe che faccia una diretta su una rete pubblica nazionale – dice Antonio Monfeli, organizzatore del presidio – se non dovesse arrivare noi rimarremo qui fino alle 18 di domani poi, andremo a Roma, per protestare anche lì vicino ai palazzi del potere“. In precedenza Antonio Felici, un altro coordinatore aveva spiegato: “Vogliamo far sentire la nostra voce, ma il Governo ci offusca, offusca l’informazione: vogliamo spiegare le ragioni della nostra agitazione”.

Abruzzo – Sono oltre un centinaio i trattori che hanno sfilato in corteo a Pescara per protestare contro le politiche comunitarie e il Green Deal. Gli agricoltori hanno attraversato i 30 km del capoluogo adriatico e hanno raggiunto Montesilvano, ai confini con Pescara ed ora stanno tornando indietro ripercorrendo Viale Matteotti e raggiungendo Piazza Italia dove ha sede la prefettura ma anche la Provincia e palazzo di città, il Comune di Pescara. I trattori, che rientreranno nel presidio dell’ex mercato ortofrutticolo Cofa, manifestano perché la Ue non tagli i sussidi, per rivedere i prezzi all’ingrosso per l’agro solare e gli impianti fotovoltaici.

Sicilia – La protesta degli agricoltori siciliani si è spostata nell’area del Dittaino, nell’Ennese. Gli imprenditori a bordo dei loro trattori hanno deciso di presidiare una delle aree simbolo dell’economia locale, non molto distante dall’ingresso dell’Outlet di Agira. Sul posto è presente la Polizia.

Veneto – Una manifestazione “per difendere il cibo sano” e contro le politiche europee in materia alimentare è stata organizzata nel pomeriggio a Venezia dagli agricoltori della Cia. Una trentina i trattori, secondo fonti della Polizia municipale, che sono giunti al parcheggio di Porto Marghera, mentre altre decine di manifestanti si sono date appuntamento a piedi davanti alla stazione ferroviaria della città lagunare. L’obiettivo è la richiesta al governo di un piano agricolo nazionale che includa un pacchetto di proposte attuabili in tempi rapidi, tra cui una maggiore flessibilità relativamente al reperimento della manodopera e l’applicazione di precise regole di reciprocità nei confronti della concorrenza estera.

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