La missione in Turchia e dopo due di colloquio con il presidente turno Recep Tayyip Erdogan, Giorgia Meloni sembra aver ottenuto un’intesa sul delicatissimo dossier migranti. Una sorta di sponda per contenere gli arrivi dalla Libia, anche se è la rotta tunisina quella più attiva. La premier italiana ha ringraziato il presidente turco per gli sforzi di mediazione fra Ucraina e Russia, in particolare sull’accordo sul grano. Sul conflitto fra Israele e Hamas le posizioni diverse implicano un confronto meno proficuo. Erdogan da qualche tempo ha infiammato i suoi attacchi verso Israele e ha recentissimamente paragonato il premier Netanyahu a Hitler.

Fra il colloquio e la cena ufficiale, senza le consuete dichiarazioni finali alla stampa, in circa due ore e mezzo si sono affrontate le priorità condivise fra i due alleati Nato affacciati sul Mediterraneo. A partire dall’instabilità della sponda sud del bacino. L’obiettivo è rafforzare la cooperazione migratoria che, sottolineano fonti italiane, lo scorso anno ha portato a una riduzione del 56% dei flussi irregolari lungo il corridoio Italia-Turchia.

Sarà sempre più stretta anche in relazione alla Libia (dove Ankara ha un effetto stabilizzante nonché, come Roma, forti interessi nel campo energetico), dove i rispettivi ministeri degli Esteri intendono concludere presto una intesa. Di sicurezza e sviluppo del continente africano si è parlato anche in vista del prossimo vertice Italia-Africa di Roma, con cui la premier punta a dare impulso al Piano Mattei. Non si sarebbe andati oltre “uno scambio di idee” sulle relazioni fra Unione europea e Turchia, mentre è in fase di stallo il processo di adesione su cui Meloni, quando era all’opposizione, non mancò di manifestare dubbi.

Sul tavolo anche le relazioni bilaterali. L’interscambio commerciale, spiegano fonti italiane, ha superato i 25 miliardi di euro e si avvicina all’obiettivo condiviso di almeno 30 miliardi nel 2030. Sono state esaminate anche le opportunità economiche per le aziende italiane, in particolare nel settore della Difesa, e quindi per Leonardo. I droni Astore potrebbero essere equipaggiati con missili leggeri o razzi guidati come il sistema Cirit della società turca Roketsan.

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