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Svolta inclusiva alla Corte costituzionale: modificata l’intestazione delle sentenze con l’eliminazione del termine “signori”

Svolta inclusiva alla Corte costituzionale: modificata l’intestazione delle sentenze con l’eliminazione del termine “signori”
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Svolta femminista e inclusiva per le sentenze della Consulta della Corte costituzionale: con decisione unanime del collegio è stata modificata la dicitura “composta dai signori“, da cui viene eliminato il termine “signori“. Tra i giudici della Consulta, infatti, da quasi trent’anni non ci sono solo “signori”, e così finalmente anche i documenti sono coerenti, grazie a una modifica dall’importante valore simbolico. Nello specifico a variare sarà la dicitura presente nell’intestazione delle sentenze e utilizzata per l’annuncio della composizione della Corte costituzionale, in cui viene lasciata soltanto l’espressione “composta da”, a cui seguono i nomi del presidente e degli altri giudici. La modifica – introdotta per una garantire una corretta esposizione, anche formale, della composizione di genere della Corte – è stata presa con decisione unanime del collegio presieduto da Augusto Barbera, dopo la seduta della camera di consiglio del 21 dicembre scorso. E già dal giorno successivo è spuntata la prima nuova versione delle sentenze: la 223 depositata il 22 dicembre 2023.

La decisione del collegio introduce anche la regola di utilizzare il termine “relatrice” (e non “relatore”, come accadeva prima), nel caso in cui si tratti di una donna. Già in passato la Corte si era battuta per i temi della parità di genere: una delle più recenti sentenze in merito è la pronuncia del 2022, che riguarda la decisione sul doppio cognome. Tra gli attuali quattordici giudici della Consulta ci sono al momento tre donne: Emanuela Navarretta, Maria Rosaria San Giorgio e Antonella Sciarrone Alibrandi. La prima a entrarne a far parte è stata Fernanda Contri, nel 1996. In totale, sui 121 giudici della Corte nel corso della storia, sono state otto le donne: sei nominate dal Presidente della Repubblica (Confri, Saulle, Cartabia, De Pretis, Navarretta e Sciarrone Alibrandi), una eletta dal Parlamento in seduta comune (Sciarra) e una eletta dalla Corte di Cassazione (San Giorgio). La prima a rivestire la carica di presidente, dal 2019 al 2020, è stata Marta Cartabia, seguita nel 2022 da Silvana Sciarra (in carica fino al 2023): quest’ultima è stata invece la prima donna eletta dal Parlamento come giudice presso la Corte costituzionale italiana nel 2014.

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