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Linus all’attacco contro Cecchetto: “Non ha mai perso un’occasione che fosse una per denigrarmi, capisco la sua frustrazione”

È un botta e risposta sempre più avvincente quello che ha per protagonisti Claudio Cecchetto e Linus, con quest’ultimo che ha riacceso la trentennale diatriba dando del “fesso” al talent scout in diretta radiofonica

di Francesco Canino

“Cecchetto? Non ha mai perso un’occasione che fosse una per denigrarmi”. È un botta e risposta sempre più avvincente quello che ha per protagonisti Claudio Cecchetto e Linus, con quest’ultimo che ha riacceso la trentennale diatriba dando del “fesso” al talent scout in diretta radiofonica. Ad aggiungere un carico da novanta ci ha pensato Cecchetto, con un’intervista al Corriere della Sera (dai toni solo apparentemente morbidi) in cui ricorda di avere assunto Linus a Radio Deejay nel 1984 e poi di essersi sentito “tradito” da lui quando, nell’‘85, “scelse di stare dalla parte del più forte”, ossia Carlo De Benedetti. Nonostante le premesse – “non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti” -, le sue parole hanno infastidito il “rivale”, tanto che una manciata di ore dopo l’uscita dell’intervista, Linus ha scritto una missiva al Corriere per puntualizzare alcuni passaggi. E i toni sono caustici, come si capisce sin dal primo paragrafo della lettera. “Ho lavorato con lui per dieci anni, lui era il boss, io un ragazzino”, scrive Linus. “A lui devo tutto il mio successo, e l’ho scritto e dichiarato in ogni occasione. Su ogni libro che ho scritto e in ogni intervista che mi hanno fatto, controllate pure. Ma i ragazzini crescono e i boss invecchiano, è la vita, e spesso non dipende dall’età…”.

Poi racconta la sua versione dei fatti sui rapporti tra Cecchetto e De Benedetti: “Prima precisazione: nel ’94, quando lui decise di ricattare il Gruppo a cui quattro anni prima aveva venduto la radio (‘ridatemela o me ne vado’ disse; ‘ok, vattene’ gli risposero) io ero un signor nessuno. Solo dopo la sua uscita il Gruppo, che di radio sapeva meno di zero, chiese ad Albertino (che allora era l’ago della bilancia) di portare avanti la radio e a me di dargli una mano. Io accettai, con molta incoscienza, e il resto è storia”. Linus prosegue sottolineando che in questi trent’anni non ha mai rilasciato una dichiarazione contro Cecchetto – “cercatela pure, non la troverete” – mentre Cecchetto “non ha mai perso un’occasione che fosse una per denigrarmi, compreso darmi dell’hater perché mi ero permesso di dire che la Notte Rosa fosse una cosa obsoleta. Per fortuna lo stesso Sindaco di Rimini intervenne a darmi ragione”.

Il direttore artistico di Radio Deejay non nasconde che tra di loro non ci sia mai stata alcuna simpatia, poi riserva a Cecchetto un’ulteriore stoccata: “Capisco la frustrazione per aver visto la radio che lui aveva fondato e poi buttato non solo non affondare ma continuare a viaggiare a gonfie vele. Da trent’anni poi! Dev’essere terribile! Ma, mi chiedo, è colpa mia?”. Infine, la “pietra dello scandalo”, quel “fesso” pronunciato in diretta che ha riacceso gli animi. “Caro Jody”, scrive ancora Linus rispondendo al figlio di Cecchetto – che ha pubblicamente difeso il padre –, “nel video che hai pubblicato si sente me ironizzare sul flop del programma (il documentario di Rai1, People from Cecchetto, ndr) e Nicola darmi del fesso. E io che rispondo ‘no, fesso quello’. Secondo te, come avrei dovuto definire chi fa una puntata celebrativa sui ‘nostri anni’ e con cura certosina e scientificamente meschina evita per tutto il tempo anche solo di nominarmi? Bastava quello, ma i fessi non sono stati in grado di capirlo”. Chiusa così? Più probabile che ci siano altri sviluppi al vetriolo.

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