Altro che classi separate, i problemi nella scuola italiana per i ragazzi che hanno bisogno di un insegnante di sostegno sono altri, a partire dalla carenza di docenti specializzati a tempo indeterminato e la conseguente mancata stabilità che non permette una continuità didattica per gli alunni più fragili.Se le parole del generale Vannacci, neocandidato leghista alle Europee, hanno innescato una ondata di commenti e indignazione, sono i sindacati a riordinare le priorità. Nessuna delle organizzazioni sindacali mette in discussione il modello italiano di inclusione che dal 1977 – ricorda la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci – ha abolito le classi speciali. Del resto l’idea di Vannacci è ormai presente solo in pochi Paesi in Europa. Secondo uno studio della Cisl in Belgio e in Danimarca, c’è una percentuale tra l’89% e il 95% degli alunni con disabilità che frequenta scuole speciali o classi speciali di scuole comuni. La nazione che, invece, ancora oggi ha un sistema del tutto separato – tranne rarissime e recenti sperimentazioni di inclusione di alunni con disabilità motorie in alcuni Länder – è la Germania, dove troviamo classi speciali (unico caso in Europa) anche per gli alunni con Dsa (disturbi specifici di apprendimento). La dualità del sistema di istruzione è radicata, anche perché i docenti che insegnano nelle varie scuole speciali frequentano sin dall’Università un percorso formativo specialistico riferito a una singola disabilità e completamente diverso da quello dei colleghi delle classi comuni.

Ma in Italia, dove i disabili sono inseriti da oltre cinquant’anni in classi comuni, la questione è un’altra. A ricordarlo al generale è il segretario della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “E’ necessario che parli di scuola chi davvero la conosce per far in modo di migliorarla e non di ghettizzarla. Sugli insegnanti di sostegno regna una situazione particolarmente critica. Nel 2023 si è raggiunta la cifra record di 234.576 docenti precari in cattedra di cui 129.298 sul sostegno. I dati sono impietosi e non hanno precedenti nel nostro Paese. È necessario che le forze politiche parlamentari si rendano conto che le procedure d’assunzione messe in campo fino ad ora, sono fallimentari. È evidente che il concorso già bandito per tutti i gradi di scuola per complessivi 44.654 posti non potrà mai consentire di coprire, oltre a quelli su posto comune, meno che mai quelli sul sostegno, tenuto conto che quelli previsti sono solo 15.588 a fronte dei circa 130.000 docenti precari in cattedra”. Il segretario della Uil – così come i suoi colleghi – chiede di riaprire il numero chiuso delle università che specializzano sul sostegno ed equilibrare sul territorio italiano i posti banditi per le specializzazioni in base al fabbisogno territoriale. Il problema principale riguarda proprio il reclutamento dei docenti su posti di sostegno. Ad oggi infatti, venuta meno la possibilità di inserirsi nella Graduatorie a esaurimento (Gae), l’unica via di accesso al ruolo è costituita dalla partecipazione ai concorsi ordinari, la cui periodicità è stata sempre tutt’altro che regolare. “È un fatto – spiega la Cisl – che l’utilizzo degli attuali canali di reclutamento si è rivelato, per quanto riguarda la copertura dei posti di sostegno, totalmente inefficace rispetto al reale fabbisogno di personale specializzato stabilmente in ruolo”.

Non le manda a dire a Vannacci nemmeno la segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi: “ll generale nella sua intervista dice che ha giurato sulla Costituzione; i casi sono due o non era la costituzione della Repubblica italiana o in alternativa non ha compreso esattamente cosa dice. La ghettizzazione dei disabili; di chi non ha la pelle bianca; le classi formate sulla base delle caratteristiche individuali etc… sono semplicemente affermazioni incostituzionali. Piuttosto Vannacci pensi alla necessità di ricondurre in maniera progressiva in organico di diritto gli attuali 117.560 posti in deroga e in organico di fatto, riducendo le deroghe ai casi di effettive necessità sopraggiunte in corso d’anno scolastico”.

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