Le parole del generale Roberto Vannacci sulle persone con disabilità hanno innescato una valanga di reazioni. L’intervista rilasciata a La Stampa dal neo candidato alle europee di Matteo Salvini ha incassato dure condanne, dalla Cei al mondo delle associazioni, con esplicite richieste di un intervento da parte dei ministri del governo. A scuola bisogna mettere “insieme le persone con prestazioni simili”, ha dichiarato Vannacci. Un discorso che vale anche per un disabile? “Non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico”. Classi separate, dunque? In serata, e dopo le tante reazioni, il generale ha sentito il bisogno di precisare: “Chiaramente il titolo snatura completamente le mie parole con cui asserisco con vigore che i disabili hanno bisogno di attenzioni peculiari e aiuti supplementari e non che vanno separati. La campagna elettorale è iniziata!”, ha scritto su Facebook postando la sua intervista. Salvo ripensarci, pochi istanti dopo, con due toppe che sembrano peggio del buco. Prima un’aggiunta, in un nuovo post: “Nessuno rimane indietro, ma liberiamo ali e cervelli di chi sa o vuole volare!”, a ribadire il concetto dell’intervista. Poi, non contento, cancella il post precedente, quello sul titolo dell’intervista, sostituendolo così: “Gli articoli vanno letti senza fermarsi ai titoli”. Ma ben prima delle sue limature, la maggior parte delle reazioni erano già sulle agenzie, comprese quelle dei membri del governo. Chiamato in causa insieme alla ministra della Disabilità Alessandra Locatelli, il ministro dell’Istruzione e del merito, il leghista Giuseppe Valditara, si è limitato a dire che dalla Lega sono arrivate “politiche concrete a favore dell’inclusione degli studenti con disabilità”. E ad elencare gli interventi messi in campo: dagli oltre “13mila docenti di sostegno assunti a settembre” alle “altre significative assunzioni in programma per i prossimi anni”; da “una parte importante delle risorse Pnrr per l’edilizia destinate alla riqualificazione delle scuole per l’abbattimento delle barriere architettoniche”, all’ “obbligo per i docenti di sostegno assunti in ruolo di rimanere per tre anni sulla cattedra”. Di ben altro tenore il distinguo del ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti: “Vannacci non è della Lega”. Nella sede del partito a Varese per sostenere la candidatura di Isabella Tovaglieri, Giorgetti ha spiega che “lei sì è una candidata figlia di questa terra, sente quello che pensa la gente, serve il territorio”. Vannacci no, gli fanno notare. “Frase corretta e contiene già la risposta”. E sulla dichiarazioni di Vannacci replica seccamente: “Non condivido”.

Intanto dal governo arrivano anche le parole della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, a margine della conferenza programmatica di Fdl in corso a Pescara. “Per quanto riguarda le classi miste, noi abbiamo sui disabili la stessa posizione che su Pioltello, cioè per favorire l’integrazione è bene che ci sia una mescolanza e che le persone siano abituate a stare anche con chi ha delle diversità”. Quanto alla candidatura di Vannacci, “è delle Lega prima di tutto, e comunque ognuno è libero di candidarsi, è fondamentale che ci siano componenti diverse in ogni schieramento”, ragiona la ministra. La collega di governo, la ministra del Turismo Daniela Santanchè, spiega di non voler giudicare “i candidati di un altro partito. La Lega è un altro partito. Tantissime cose mi vedono lontana da Vannacci”. Anche lei presente a Pescara, aggiunge: “Su alcune cose voglio dire che per quanto mi riguarda non sono condivisibili, ma questo non vuol dire giudicare la candidatura di chi si candida in un altro partito, un partito a noi alleato”. A chi le chiede se definirebbe Mussolini “uno statista” come ha fatto Vannacci, replica che “il generale Vannacci fa delle dichiarazioni, ripeto, alcune posso condividerle, altre non le condivido, ma non mi sembra il caso che un componente di Fratelli d’Italia, quale sono io, entri nel merito dell’opportunità della candidatura”.

“Pur nel rispetto di ogni opione e di ogni scelta politica qui è in gioco una visione culturale della vita. Queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia. Mi permetto di dire, con Papa Francesco, che l’inclusione è segno di civiltà”. Cosi il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Dei), mons. Francesco Savino, all’Ansa sulle affermazioni di Vannacci. Per il vescovo di Cassano all’Jonio “la differenza non è un problema ma una risorsa”. E ancora: “Le classi separate riproducono i ghetti. La separazione in classi diverse per i fratelli disabili significa che sono da emarginare o guardare con sispetto. E invece loro hanno tante abilità che noi non abbiamo”, dice ricordano la Via Crucis di quest’anno che la sua diocesi ha voluto dedicare proprio ai disabili. “Loro sono stati i protagonisti ed io, ma forse non solo io, sono tornato a casa sentendo di avere vissuto una esperienza davvero bella. Quando c’è l’inclusione sanno dare il meglio di loro stessi. Ci danno lezioni di vita, di umanità, di bellezza”. E conclude: “Per favore, siamo seri e siamo responsabili”. La Cei segue le dichiarazioni indignate delle Associazioni contattate da ilfattoquotidiano.it, che si rivolgono anche ai ministri competenti chiedendo di intervenire contro le affermazioni di Vannacci. “Leggere che, ancor oggi, un perfetto ignorante della materia e purtroppo candidato alle Europee dalla stessa forza politica che esprime i ministri delle Disabilità, la leghista Locatelli, e dell’Istruzione e del merito Valditara (Lega,ndr), postula un ritorno a tali odiose e discriminanti pratiche, lascia veramente basiti”, ha detto, tra gli altri, Roberto Speziale, presidente di Anffas, l’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo.

La polemica esplode tra i partiti d’opposizione: Pd, M5s e Italia Viva, così come Avs e Azione, parlano di concetti “nazisti” e “deliranti”. Ma c’è chi non la pensa esattamente così. “Vannacci dice esplicitamente quello che molti “liberali” pensano e talvolta dicono in modo edulcorato. Da ultimo Galli della Loggia. L’uguaglianza si, l’inclusione si, purché non ritardi il programma formativo di mio figlio (nipote) garantiti dalla posizione sociale”, ha scritto sui social il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando. E così il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli su X: “A mio avviso il problema non è nemmeno Vannacci, ma il fatto che 3/4 del Governo la pensa come lui ma non lo dice”. Quanto alla maggioranza, per Fratelli d’Italia sono arrivate anche le dichiarazioni del senatore Antonio Guidi, ben più dure di quelle della collega Santanchè. “Con molta fermezza, rivolgo al generale Vannacci l’invito a fare il suo mestiere, perché riguardo alla disabilità esprime non pensieri ma incubi. Non accettiamo la filosofia di prevedere interventi speciali per persone speciali, perché non solo ciò infrange la Costituzione, ma anche la scienza. Non c’è, infatti, nessun dato scientifico che avvalori questa tesi sciocca e razzista delle classi separate. Le mie idee sono figlie di cinquant’anni di esperienza legata alla disabilità e della scienza, essendo un neuropsichiatra affermato. Il generale afferma che non tutti possono fare i cento metri; ebbene, spero di incontrarlo per chiarire e per sfidarlo a fare i cento metri di quoziente intellettivo io contro di lui: sono sicuro di tagliare molto prima di lui il traguardo”, ha detto Guidi. Alza la testa anche Forza Italia: “Per attrarre una forzata attenzione con sparate ad effetto si può ottenere il risultato di enunciare vere e proprie frescacce. Questo pare sia accaduto al generale Vannacci parlando di disabilità e diversità; argomenti invece seri che toccano l’intima sensibilità di ognuno a cui occorre dedicare rispetto e comprensione. Elucubrazioni poco da intellettuale e più da capitan fracassa di cui non se ne sentiva proprio il bisogno”, ha dichiarato Paolo Barelli, presidente dei deputati forzisti.

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Vannacci, Santanché non prende le distanze: “Non lo devo giudicare io”. E su ‘Mussolini statista’ non risponde

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