Il mondo FQ

Cronaca

Ultimo aggiornamento: 10:19 del 4 Novembre 2023

“Non mettiamo le sofferenze di un popolo in concorrenza con quelle di un altro”: le voci alla Marcia della memoria della deportazione ebraica

Icona dei commenti Commenti

Arrivano parole di dialogo, distensione e riflessione dai partecipanti alla Marcia per la memoria della deportazione degli ebrei di Genova che ogni anno organizza la comunità ebraica insieme a Sant’Egidio. Dalla preghiera in Sinagoga “per la pace e la salvezza degli ostaggi, per le persone innocenti che soffrono a Gaza” agli interventi in Galleria Mazzini, la comunità ebraica manifesta a più voci la sua preoccupazione per la guerra in Palestina. “Certo, preoccupa la recrudescenza dell’antisemitismo, ma non si può strumentalizzare i fatti alla continua ricerca di responsabili che non fa che alimentare logiche di conflitto e di guerra – riflette l’avvocato Fillppo Biolé dell’Associazione nazionale ex-deportati Aned – per costruire un percorso di pace bisogna mettere in campo culture di pace, e svelare gli interessi economici che vengono nascosti da retoriche politiche o religiose”.

Secca anche la distinzione tra le politiche del governo israeliano e popolo ebraico: “La soluzione di due popoli e due stati è forse davvero l’unica debole prospettiva di pace – riflette Alberto Rizzerio del centro culturale Primo Levi – ma ci vuole una volontà che in questi anni è mancata da parte di tutti”. “Vogliamo affermare anche una distanza tra l’ebraismo e lo stato di Israele – aggiunge Sergio Casali per la comunità di Sant’Egidio – È possibile contestare lo stato di Israele per le sue politiche, ma tutto questo non deve portare a un odio esteso a tutto il popolo ebraico”. Per Luca Burioni, volontario della rete scuole migranti, “la difficoltà è anche cercare di ragionare senza mettere le sofferenze di qualcuno in concorrenza con le sofferenze di altri, e distinguere tra le persone e i governi che dovrebbero rappresentarle”. Presente anche il referente della Comunità religiosa islamica Abu Bakr Moretta: “L’antisemitismo ci preoccupa perché porta sempre con sé l’anti-islamismo. Testimoniamo la nostra vicinanza alla comunità ebraica per gli atti terroristici del 7 ottobre e siamo preoccupati che l’escalation bellica e la reazione fuori ogni misura e regola internazionale da parte del governo israeliano possa distruggere definitivamente le fondamentali e necessarie prospettive di dialogo e convivenza pacifica”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione