“Con l’approvazione del testo della Legge di Bilancio 2024 da parte del Consiglio dei Ministri pochi giorni fa (il 16 ottobre scorso, ndr) ancora una volta vengono penalizzate in maniera importante le lavoratrici caregiver famigliari, poiché la nuova possibilità di prepensionamento prevede 6 anni di contributi in più rispetto ad Ape sociale e almeno 3 anni in più nel caso di Opzione Donna”. A denunciarlo a ilfattoquotidiano.it è Alessandro Chiarini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie con disabilità (Confad). Secondo quanto si apprende, Ape sociale e Opzione Donna verrebbero superate per confluire in un’unica misura che prevede che alcune categorie quali caregiver familiari, che sono per intenderci le persone che assistono i propri parenti non autosufficienti, disoccupati, lavori gravosi e lavoratori disabili possano andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi, 35 per le donne. L’Ape Sociale prevede l’accesso al trattamento pensionistico per alcune categorie di persone, fra le quali, anche i caregiver familiari da almeno 6 mesi, con 63 anni e almeno 30 anni di contributi. La misura, introdotta in via sperimentale, è stata prorogata nel 2023. Per ciò che riguarda Opzione Donna, la Legge di Bilancio 2023 aveva esteso la possibilità di prepensionamento con 60 anni di età (ridotta di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di 2 anni) che abbiano maturato un’anzianità contributiva di 35 anni, ma solo se lavoratrici caregiver familiari, o lavoratrici attualmente disoccupate, o lavoratrici con una percentuale di invalidità di almeno il 74%.

Confad: “Lavoratrici e caregiver famigliari penalizzate. Oltre al danno la beffa” – “Esprimiamo una forte preoccupazione e chiediamo al Governo di riconfermare le misure dell’Ape sociale e di Opzione Donna per la categoria dei caregiver familiari, e di prevedere il versamento dei contributi previdenziali anche per le madri che accudiscono figli con disabilità”, afferma Chiarini. “Si sta perpetuando l’ennesima inaccettabile ingiustizia ai danni dei caregiver familiari, oltretutto in evidente contraddizione rispetto ai programmi e alle promesse elettorali, in particolare di Fratelli d’Italia e Lega ora al governo del Paese, che affermavano la volontà di approvare una legge nazionale su questa categoria. Della legge, appunto, ancora neanche l’ombra, mentre la Legge di Bilancio 2024 – continua – non solo non tiene nella giusta considerazione i caregiver familiari ma li penalizzerebbe in modo inaccettabile: oltre al danno anche la beffa” sottolinea il numero uno del Coordinamento nazionale famiglie con disabilità.

La madre di una ragazza con gravi disabilità: “Continuano a slittare la mia pensione, sono stremata. Mi sento abbandonata dallo Stato” – Contattata da ilfattoquotidiano.it una mamma caregiver di una figlia con gravi disabilità: “Io sono arrabbiata e demoralizzata. Già con la Finanziaria 2023 mi hanno bloccata, ora di nuovo. A ottobre 2022 maturavo i requisiti per accedere a Opzione Donna (58 anni e più di 35 di contributi), quindi a novembre di quest’anno, considerato il cosiddetto “anno di finestra” previsto dal mio contratto, sarei andata in pensione. Ora vedo tutto slittare di un anno. Sono stremata”. Incertezza e rabbia che riguardano migliaia di donne lavoratrici e caregiver che si trovano nelle stesse condizioni della signora. “Sono caregiver ma con una sola maternità, quindi potrei andare in pensione a novembre 2024, ma adesso ancora novità e altamente penalizzanti”. Marina vive a Genova e ha una figlia di 28 anni, non autosufficiente e con invalidità al 100%, signora 59enne inoltre rimasta vedova da un anno e mezzo, praticamente sola a gestire la situazione delicatissima. “Non ce la posso fare ad arrivare a 63 anni. Ho 36 anni di servizio ma è come se avessi lavorato il doppio in queste condizioni estreme”, afferma, “quella del caregiver familiare è una realtà molto complessa, totalmente sconosciuta a livello legislativo dai nostri governanti, ci sentiamo abbandonati dallo Stato”.

“Serve urgentemente una legge per tutelare i caregiver famigliari” – Le penalizzazioni non sono finite qui. Chiarini evidenzia anche un altro aspetto di cui si parla, a suo dire, pochissimo. “Vogliamo segnalare un’altra grave ingiustizia. Si prevede l’esonero del versamento dei contributi previdenziali per le madri lavoratrici con due o più figli, che saranno a carico dello Stato: il Governo ritiene che “abbiano già offerto un importante contributo alla società”. Ancora una volta – denuncia il presidente Confad – ci si è dimenticati delle madri caregiver familiari lavoratrici e anche di tutte le madri caregiver familiari non lavoratrici che magari il lavoro lo hanno dovuto abbandonare proprio per prendersi cura dei figli con disabilità grave”. Si tratta, è bene ribadirlo, di persone che quotidianamente assistono i propri famigliari senza ricevere tutele e diritti per questo impegno e lavoro quasi h24. “Le donne lavoratrici caregiver danno un contributo fondamentale alla società attraverso l’accudimento che svolgono, chiediamo a gran voce che venga approvata una seria legge per i caregiver famigliari”, conclude Chiarini.

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