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Traffico droga, assolto in Appello l’ex latitante Vincenzo Amato: ribaltata condanna a 16 anni. L’avvocato: “Inutilizzabili le chat criptate”

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La Corte d’Appello di Milano ha assolto “per non aver commesso il fatto” l’ex superlatitante Vincenzo Amato dall’accusa di essere al vertice di un’organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di cocaina, ribaltando la condanna a 16 anni che gli era stata inflitta in primo grado. Il 46enne di Galatina (Lecce) già inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi, era stato catturato in Spagna nel giugno del 2022 nell’ambito dell’indagine “Arkan” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo lombardo: a suo carico c’era già una condanna definitiva a 19 anni e cinque mesi, sempre per traffico di stupefacenti, che sta scontando nel carcere di Sollicciano (Firenze). Gli inquirenti avevano intercettato numerose chat, scambiate tramite l’applicazione di messaggistica criptata Sky ECC, tra Amato e Andrea Deiana detto “Banksy“, titolare di una galleria d’arte di Amsterdam e considerato un importantissimo broker internazionale di cocaina (arrestato un mese prima nella stessa operazione).

Secondo il legale dell’ex latitante, Gioacchino Genchi, proprio il venir meno della prova costituita da quelle chat potrebbe essere alla base dell’assoluzione: “La difesa ha provato in modo documentale che il dispositivo mediante cui avvenivano le chat veniva utilizzato da altro soggetto che ha coabitato con l’Amato nel corso della sua latitanza”, scrive in una nota. “È stato inoltre dimostrato l’acquisizione delle chat è avvenuta in modo illegale, citando la sentenza della Corte costituzionale sul caso Renzi”, in base alla quale chat e mail, fin quando conservano carattere di attualità e interesse per il destinatario, devono essere considerate corrispondenza, pertanto acquisibile con le regole delle intercettazioni, e non semplici documenti sequestrabili su un server. “Pur non essendo Vincenzo Amato un parlamentare, la questione affrontate e risolte dal giudice delle leggi italiano assume valore pregnante quanto alla natura e alla correlata tutela costituzionale che deve annettersi alle chat e alle comunicazioni intercorse mediante la piattaforma Sky ECC”, afferma Genchi.

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