“Se il giudice giunge a chiedersi “cosa rischio?” ogni volta che adotta un provvedimento, ad essere travolta non sarà soltanto l’indipendenza e la credibilità dell’azione giurisdizionale ma, con essa, i diritti dei cittadini che di fronte a noi ogni giorno li reclamano”. Al termine di una lunga assemblea, la sezione di Milano dell’Associazione nazionale magistrati ha approvato un documento in cui esprime “forte preoccupazione in tema di separazione dei poteri” e chiede al Comitato direttivo centrale (il “parlamentino” del sindacato di giudici e pm, che si riunirà a Roma sabato prossimo) di convocare l’Assemblea generale “per affrontare l’ennesimo attacco all’autonomia e indipendenza della magistratura”. Il riferimento è all’offensiva mediatica in corso da parte del centrodestra nei confronti della giudice catanese Iolanda Apostolico e dei colleghi fiorentini, “colpevoli” di aver adottato decisioni sgradite al governo in tema di immigrazione.

Un’offensiva definita “di uguale (o peggior) tenore” rispetto a quella subita dai tre magistrati milanesi che avevano scarcerato l’oligarca russo Artem Usspoi fuggito dagli arresti domiciliari e dall’Italia – e perciò sono stati oggetto di azione disciplinare da parte del Guardasigilli Carlo Nordio. “La pretesa che un giudice decida secondo le aspettative dell’esecutivo è un’idea eversiva“, ha sottolineato in assemblea il pm Luca Poniz, ex presidente dell’Anm: “Passiamo dal cane sciolto al cane addomesticato. Spero sia quello che noi non vogliamo”. “L’attività giurisdizionale deve essere criticata all’interno della giurisdizione e tutti i dossieraggi sono inaccettabili“, ha incalzato il procuratore aggiunto Stefano Civardi, con riferimento al video (ancora di provenienza ignota) pubblicato dal vicepremier Matteo Salvini che immortala Apostolico partecipare nel 2018 a una manifestazione pro-migranti al porto di Catania.

“Nell’esprimere solidarietà ai colleghi oggetto in questi giorni di attacchi personali, deve essere evidenziata la strumentalità di un simile atteggiamento, che (…) rischia di mettere in pericolo l’indipendenza e l’autonomia della magistratura tutta, specie in settori delicati della vita pubblica e oggetto del dibattito politico”, si legge nella mozione, approvata dall’assemblea con 76 voti a favore e solo quattro contrari, espressi da toghe di Magistratura indipendente (la corrente conservatrice vicina all’attuale governo). “La preoccupazione per le garanzie della giurisdizione deve essere non solo condivisa con tutti gli attori del processo, ma anche con la generalità dei cittadini che nella corretta amministrazione della giustizia devono poter confidare. Compito della giurisdizione è, conformemente al principio di separazione dei poteri, quello di valutare la conformità delle norme di legge alle fonti internazionali e al sistema costituzionale, senza che i giudizi così espressi, ove coerentemente motivati, possano essere tacciati di attacchi ideologici al governo che ha promosso il singolo intervento legislativo”, scrivono le toghe milanesi. E concludono: “Qualsiasi tentativo di limitare l’indipendenza e l’autonomia delle decisioni che vengono assunte troverà sempre una risposta ferma, pubblica e unanime della magistratura, a tutela dei diritti di tutti i cittadini”.

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