Le famiglie in condizioni di estrema povertà fanno sempre più fatica e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i bambini che, nel nostro Paese, vivono in case sovraffollate, al freddo, senza una scrivania dove studiare, un angolo dove giocare e spesso senza nemmeno consumare tre pasti al giorno. A lanciare il campanello d’allarme è la fondazione L’Albero della vita che, con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Palermo, ha presentato oggi alla Camera dei deputati l’indagine sulla povertà educativa che ha coinvolto (nel 2022) 454 beneficiari del programma nazionale di contrasto alla povertà “Varcare la Soglia”, attivo a Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo.

I dati che ne escono sono preoccupanti anche perché rispetto all’anno precedente sono peggiorati. Se nel 2021, infatti, il 71% dei genitori intervistati dichiarava di avere difficoltà economiche, 365 giorni dopo la percentuale è salita al 99%. Risultato? Due anni fa il 34% dei figli di queste famiglie riusciva a fare sport o altre attività ricreative mentre nel 2021 solo l’1%.

Stiamo parlando di famiglie con mamma, papà e due (44%) o tre (26%) figli per la maggior parte tra i sei e i tredici anni che vivono in case in affitto o popolari. Persone con la licenzia media (42%) e un lavoro in regola per i papà (40%) mentre le madri sono per la maggioranza (65%) disoccupate o non hanno mai lavorato. Gente che non ce la fa a pagare le bollette delle utenze, a comprare materiale scolastico (il 63% del campione intervistato ha difficoltà ad acquistarlo) e ad avere abbigliamento adeguato. Non solo: il 50% dei minori dichiara di non mangiare colazione, pranzo e cena e più della metà (59%) di vivere senza potersi riscaldare in maniera sufficiente.

Uno scenario desolante che non dovrebbe lasciar dormire sonni tranquilli a nessuno: “Colpendo i minori nel periodo più vulnerabile della loro esistenza la povertà materiale ma soprattutto educativa determina uno svantaggio che difficilmente potrà essere colmato”, ha spiegato Isabella Catapano, la direttrice generale della fondazione.

A pagare il più caro prezzo, infatti, sono proprio i bambini e i ragazzi. Sfogliando la ricerca si scopre che il 4% dei piccoli non va alla primaria; percentuale che sale al 14% per la secondaria di primo grado fino ad arrivare a un preoccupante 41% di minori che non frequentano le superiori.

Ma non basta. Il 46% degli intervistati non è mai stato al cinema nell’ultimo anno e il 36% una sola volta; il 77% non ha mai visitato una mostra e il 94% non è mai stata a un concerto. Mentre il 71% dei bambini ha affermato di non poter andare in vacanza neanche una volta durante l’anno per problemi economici.

Infine, il 60% non hai mai letto un libro. “È inaccettabile – dice Catapano – che ancora oggi ci siano bambini che non abbiano mai letto un libro o visitato una mostra, o addirittura non frequentino la scuola. Da anni siamo impegnati in prima linea nel contrasto alla povertà educativa, ma riteniamo imprescindibile che si lavori, insieme pubblico e privato sociale, per migliorare l’accesso ai servizi socio-educativi per le famiglie a rischio di marginalità sociale, rafforzare le competenze genitoriali e far emergere le risorse dei giovani”.

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