Soccorrono chi è in pericolo, effettuano operazioni di manutenzione su strutture pericolanti, intervengono durante le emergenze, gettandosi nel fuoco, sotto le macerie, nel fango delle alluvioni: in un anno, dall’ottobre 2022, sono stati quasi un milione gli interventi dei vigili del fuoco, 939.297 per la precisione, con un personale in servizio di 36 mila uomini più 7 mila volontari. Dati, questi, diffusi dal capo Dipartimento del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Laura Lega, alla cerimonia di giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana di 623 allievi, di cui 31 donne. Alla celebrazione, svoltasi alle Scuole centrali antincendio di Capannelle, a Roma, ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Una macchina del soccorso pubblico imponente”, così l’ha descritta Lega, “professionalmente all’avanguardia, strutturata a livello nazionale, che offre un modello di azione unico nel panorama internazionale per organizzazione, efficienza e capacità di intervento”. Una macchina primariamente volta a un “nobile mestiere”, afferma Lega: quello di “sfidare l’impossibile”. Questo “grande Corpo dello Stato al servizio della nazione” è peraltro in notevole crescita, anche “grazie ai recenti interventi legislativi”: secondo Lega, raggiungerà “nei prossimi anni le oltre 41mila unità di personale”.

A questo si aggiunge poi “uno shock assunzionale”, con 30 concorsi in meno di 3 anni, “di cui ben 7 dall’ottobre 2022 ad oggi”. Lo scenario è insomma “in forte evoluzione”, anche perché il Corpo è impegnato nella Missione 2 del Pnnr “con un progetto per 424 milioni che ci vede anche in anticipo sulle milestone previste”. Il risultato di questa sfida sarà una vera e propria rivoluzione dell'”attuale assetto logistico e strumentale”, anche considerando l’acquisto di 3800 mezzi green e l’efficientamento energetico delle sedi. “Un impegno”, sottolinea Lega, che farà dei vigili del fuoco un corpo “all’avanguardia delle Amministrazioni pubbliche”.

Ma per il capo Dipartimento vi è ancora la necessità di investire nelle risorse umane, continuando il “processo virtuoso d’incremento degli organici”. Il motivo sono le “esigenze crescenti dei territori, anche alla luce della drammatizzazione di alcuni eventi naturali”, esigenze che richiederanno in futuro “quella capillarità della macchina dei soccorsi così da poter intervenire ovunque con la massima tempestività”. In questo processo di innovazione, Lega ha ricordato “il ruolo della formazione”.

Bisogna poi lavorare sulle sedi. Attualmente sono 590, dislocate su tutto il territorio nazionale e implementate di recente “con un piano straordinario che sta vedendo l’apertura dei cosiddetti presidi rurali per rafforzare la presenza dei vigili del fuoco nei territori più vulnerabili ad alto rischio di incendio boschivo”. Oltre ai nuovi presidi, Lega ha ricordato il “piano di investimenti per modernizzare, rendere più sicure ed efficienti sotto il profilo energetico le nostre sedi”. A tutto questo si aggiungono poi i “nuovi poli formativi decentrati”, uno dei quali realizzato a L’Aquila grazie al recupero delle aree interessate dal sisma. E infine, il quadro si completa con l'”innovativa iniziativa del social housing”, volta a dare “pieno sostegno al personale” e a garantire “una più fluida mobilità sul territorio”.

C’è poi la questione dei mezzi, “dai più elementari ai più complessi, senza dimenticare la nostra flotta aerea tra le più imponenti del Paese con 90 velivoli tra ala fissa e rotante”. Anche in questo caso Lega ha sottolineato il “bisogno di investimenti che guardino al futuro”: solo così sarà possibile assicurare “il pieno dispiegamento nelle emergenze”. E ancora, è necessario potenziare e valorizzare la comunicazione, “per assicurare, attraverso alcune campagne informative, una più capillare cultura della sicurezza”: insomma, più il cittadino sarà informato e consapevole dei rischi, più si farà carico delle proprie responsabilità.

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