Che dire anche sul fumo “di terza mano” del vaping? Lo studio di partenza si è svolto di recente in Australia e ha indicato nei bambini la maggiore probabilità di esserne colpiti. I residui del vaping, identificati dal Woolcock Institute of Medical Research di Sydney, aderiscono alle superfici dopo che la persona ha fumato e vengono assorbiti attraverso il tatto. Successivamente, penetrano attraverso il flusso sanguigno ed entrano nell’organismo, raggiugendo i polmoni. “I bambini sono particolarmente vulnerabili perché hanno più probabilità di portare le mani alla bocca, permettendo agli oli di essere interamente ingeriti attraverso i polmoni ed entrare nel più ampio metabolismo”, ha dichiarato il responsabile della ricerca Brian Oliver, specialista di malattie respiratorie, che ha condotto lo studio con la collaborazione di ricercatori dell’Università di Tecnologia di Sydney. “Quando le persone svapano”, continua Oliver, “i fumi che vengono emessi sono molto aderenti e coprono molto efficacemente le superfici”.

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“Chi ‘svapa’ lascia residui tossici sulle superfici, attenti al fumo anche di ‘terza mano’: ecco i danni che provoca sul Dna”

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