Ha chiesto a un automobilista di spostare la sua vettura, posteggiata in divieto nei dintorni della stazione di Pavia, ma l’uomo ha risposto con insulti, minacce, pugni e una stretta al collo. A denunciarlo è stata Noemi, donna trans di 38 anni, volontaria dell’associazione queer Coming-Aut. Solo a giugno scorso c’era stata un’altra aggressione omofobica, a danni di una coppia gay e sempre davanti alla stazione dei treni.

L’ultimo caso risale a domenica 24 settembre, intorno alle 17.30. La vittima ha raccontato di aver accompagnato la fidanzata a prendere il treno: quando è salita sull’auto per tornare a casa, ha notato una Bmw posteggiata in divieto, all’ingresso del parcheggio sulla destra del piazzale, che le ostruiva il passaggio. La donna si è dunque avvicinata all’autista, un uomo fra i 40 e i 50 anni, e gli ha chiesto di spostare la vettura. A quel punto, però, “l’uomo è sceso dalla sua auto e si è scaraventato contro di me”, ha raccontato Noemi alla polizia. A quel punto l’uomo le ha gridato insulti trasnsfobici come “fr**”, minacciandola “ti ammazzo”. E, ha raccontato Noemi, ha aperto la portiera della mia macchina e mi ha tirato dei pugni”. La donna ha dunque cercato di chiudere la porta, chiedendo anche il motivo dell’aggressione, ma “l’uomo ha riaperto la portiera con una tale violenza che ha sradicato la maniglia e mi ha preso per il braccio, procurandomi lividi evidenti”. E sono ricominciati gli insulti, le minacce: questa volta l’uomo era supportato anche da un altro ragazzo.

“Allora, con la mia auto, mi sono spostata un poco più avanti per chiamare la polizia”, ha raccontato. “L’uomo mi ha raggiunta, continuando a gridare gli stessi insulti, e mi ha presa per il collo, anche in questo caso lasciandomi dei segni evidenti di violenza”. Noemi ha tentato di tenerlo a distanza e di convincerlo a fermarsi, finché si è avvicinato un altro uomo, che stava stazionando nel parchetto adiacente, per cercare di calmarlo: “L’aggressore, a quel punto, è risalito in macchina ed è ripartito”. Pochi minuti dopo è giunta sul posto la polizia, che ha raccolto la versione di Noemi e quella del testimone dell’aggressione. La donna si è poi recata al pronto soccorso del Policlinico San Matteo. Il giorno seguente è stata presa in carico dallo sportello legale di Coming-Aut e ha annunciato che sporgerà denuncia.

“Purtroppo noi persone trans”, ha detto Cecilia Bettini, vicepresidente di Coming-Aut e responsabile dello Sportello trans, “ben conosciamo questo tipo di episodi nel nostro quotidiano: coming out andati male, insulti verbali e violenze fisiche sono ferite che viviamo sulla nostra pelle. E che squarciano anima e corpo di chi sta affrontando un percorso di affermazione di genere”, ha dichiarato. “Noemi è stata in grado di riconoscere la violenza che stava subendo come donna trans ed ha prontamente chiamato le forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. Come volontaria e operatrice alla pari del nostro sportello trans ha scelto senza esitazione di denunciare pubblicamente la sua aggressione”. Per Bettini si tratta di un “gesto politicamente importante”, che spera si riveli “utile nel contrasto ai fenomeni, ancora numerosi, di transfobia”. A quel punto la donna ha ringraziato Noemi “per la sua determinazione”, mandandole tutto il “sostegno” e la “solidarietà” dell’associazione. “E a chiunque si trovi a vivere episodi simili”, ha concluso Bettini, “rivolgo l’esortazione a non rimanere sol*: insieme abbiamo gli strumenti per contrastare questo clima di odio feroce”.

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