“Strappo” dello spread, differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi. L’indicatore si è portato a 193 punti, dai 186 di lunedì. Mentre un Bund paga il 2,8% (comunque sui massimi dal 2011), un Btp a dieci anni offre il 4,74%. Quest’ultimo è il numero da tenere più in considerazione poiché si traduce in un incremento degli interessi che il Tesoro dovrà pagare sulle prossime emissioni e quindi in uno stress più o meno marcato sui conti pubblici. Il movimento al rialzo dei rendimento sta interessando tutti i bond europei da alcuni giorni. La prospettiva che le banche centrali possano mantenere i tassi sugli attuali livelli per un protratto periodo di tempo porta gli interessi dei bond già sul mercato ad allinearsi a valori più elevati. Poiché gli interessi sono fissi in valore assoluto ma espressi come percentuale del valore del titolo da cui derivano, un loro aumento significa che il prezzo del bond sta scendendo.

L’equilibrio tra domanda e offerta si sta assestando su valori più bassi, coerente con il nuovo scenario dei tassi. Per completare il quadro della zona euro un decennale francese rende il 3,35% (+ 1 punto rispetto a ieri), un equivalente spagnolo il 3,87% (+ 1), uno greco il 4,21% (+ 2). Oggi i Btp italiani sembrano quindi essere un po’ più colpiti dalle vendite rispetto ai titoli di altri paesi. In generale i paesi con debiti più elevati in rapporto al Pil, tendono a risentire maggiormente delle fasi di turbolenza sui mercati poiché il loro livello di rischio è maggiore. Come tale lo spread è letto come termometro del cosiddetto “rischio paese”.

“I fattori che hanno consentito allo spread tra Italia e Germania di ridursi fino a 160 punti base sono svaniti”, ha affermato la banca americana Morgan Stanley in una nota ai clienti. “Ci aspettiamo deficit fiscali più elevati e una crescita più debole”, prevedendo quindi uno spread in zona 200-210 punti base entro la fine dell’anno. L’Italia si aspetta che il deficit di quest’anno superi il 5,5% del PIL rispetto all’obiettivo ufficiale del 4,5%, hanno detto fonti riportate dall’agenzia Reuters.

Va detto che a contenere l’incremento del rendimento dei titoli tedeschi contribuisce l’annuncio di Berlino: la Germania taglierà le emissioni di debito del quarto trimestre dell’anno di 31 miliardi di euro, per effetto della decisione del governo di ridurre le misure di sostegno contro il caro-energia. Se si considera anche il terzo trimestre le mancate emissioni di Bund, rispetto a quanto stimato nel dicembre 2022, ammontano a 45 miliardi di euro. In ogni caso, riferisce Bloomberg, i 500 miliardi di euro di debito che la Germania collocherà nel 2023 rappresentano un record.

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