L’algoritmo che attribuisce le supplenze dalle Gps, le graduatorie provinciali di supplenza è “paradossale e penalizzante“. È una sentenza del l Tribunale di Ivrea, come riferisce la Uil Scuola, a intervenire su una questione sui cui il sindacato aveva sollevato molte perplessità. “Abbiamo rivendicato più volte la risoluzione di questi problemi ma il ministero non ci ha ascoltato. Ora arrivano le conseguenze. La nostra azione continua. Tuteleremo gli interessati. La persona che ha presentato il ricorso ha il diritto di essere risarcita per il danno subito. La sentenza emessa oggi conferma tutti i limiti – da noi più volte denunciati – dell’attuale sistema di reclutamento. Una procedura come questa non può essere affidata a un algoritmo”, commenta il segretario generale della Uil Scuola Rua Giuseppe D’Aprile.

Nella sentenza, inoltre, viene sottolineato come la procedura non sia conforme con i canoni di ragionevolezza e di rispetto del principio meritocratico. “Un altro aspetto è quello legato alla casualità. Come ricorda il Tribunale di Ivrea, l’unico modo per essere sicuri di ottenere un posto è selezionare tutte le sedi disponibili nella provincia, anche se questo equivale a non esprimere alcuna preferenza personale.

Il sistema di assegnazione degli incarichi penalizza inoltre i candidati che hanno punteggi più alti. Questi candidati, fidandosi della loro alta posizione in graduatoria, potrebbero scegliere un numero limitato di sedi desiderate. Tuttavia, se queste sedi non sono disponibili quando è il loro turno di essere nominati, vengono esclusi dalla procedura. Accertata l’illegittimità del comportamento ministeriale, conclude il Tribunale di Ivrea, la ricorrente ha il diritto di vedere risarcito il danno da lei patito con l’attribuzione del punteggio che avrebbe maturato qualora fosse stata correttamente chiamata con il bollettino del 19 settembre oltre alle retribuzioni che la stessa avrebbe percepito qualora avesse ottenuto la supplenza annuale, detratte le somme guadagnate in esecuzione di diversi e ulteriori contratti di supplenza ottenuti a fronte della chiamata diretta da parte degli istituti. Questo – denuncia D’Aprile – è il risultato di graduatorie piene di errori dapprima pubblicate e poi ritirate, poi di nuovo ripubblicate ancora con errori. Abbiamo rivendicato più volte la risoluzione di queste incongruenze, il non averci ascoltato determina tali conseguenze”.

Foto di archivio

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